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Gobbi: 'Io coordinatore della Lega? E poi ancora cosa?'. Ma il nome ha degli sponsor

(Samuel Golay)
22 maggio 2017
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Davvero Attilio Bignasca lascerà? E in tal caso, a chi si affiderà il timone della Lega? Alcuni colonnelli preferiscono non esprimersi: troppo presto per pensare a un dopo Attilio Bignasca. Poi però magari, ‘off the record’, avanzano sottovoce qualche nome per un eventuale cambio ai vertici. Come quello di Norman Gobbi: sanguineo quanto basta e leghista della prima ora, ma anche attento alle istituzioni. «Consigliere di Stato, coordinatore della Lega e ancora cosa? La vedo male. E poi – sorride il diretto interessato – come farei a sedere in governo e fare ‘l’incazzoso’ allo stesso tempo?». Non se ne parla. Forse. Intanto Gobbi ha le idee in chiaro su come procedere. «Prima di tutto – dice alla ‘Regione’ – chiederemo ad Attilio se è effettivamente intenzionato a lasciare. Sarebbe comprensibile: il tempo passa per il sottoscritto e anche per lui, che ha traghettato il movimento per quattro anni facendo bene il proprio lavoro». E in ogni caso, quando verrà il momento, «la svolta non sarà autocratica ma democratica. La Lega del 2017 – spiega il consigliere di Stato – non è quella del 1991, ma neanche quella del 1999 o del 2003. Abbiamo molti più eletti a livello federale, cantonale e comunale. Ed è giusto che chi ha un ruolo all’interno del movimento possa esprimersi sul coordinatore». Una sorta di Congresso? «Chiamiamoli Stati generali». Non sarà facile mettere d’accordo tutti. «Le due anime continueranno a esserci: quella istituzionale e quella ribelle. Se un leghista non si incazza, non è un leghista e capita a tutti di decidere talvolta con la testa e talvolta di pancia. Ma si troverà un equilibrio».
Non si scalda più di tanto il consigliere nazionale Lorenzo Quadri: «Ma davvero credete a quello che ha detto l’Attilio?». Non lascerà nemmeno questa volta? «Spero e sono convinto – rileva Quadri – che voglia restare». Poi chiaro: «Prima o poi deciderà di lasciare e allora si cercherà una soluzione. Se n’è trovata una quando è morto il Nano, se ne troverà una anche questa volta». D’altronde, annota ancora il consigliere nazionale, «quella della successione è una questione che si pone in molte organizzazioni». Meglio, per Quadri, concentrarsi su altri temi. «Come quello dell’eccessiva pressione fiscale», un tema sollevato proprio da Bignasca per giustificare la sua voglia di andare.

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