Bellinzonese

Adolescenti, priorità al furgone

Centro giovani messo in stand-by: le peculiarità di ‘The Social Truck’ su cui punta il Municipio di Bellinzona

Ti-Press
10 novembre 2018
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Negli scorsi anni a Bellinzona si è discusso parecchio della necessità di realizzare un centro giovanile; diverse le ubicazioni valutate ma poi regolarmente scartate. Ora (vedi ‘laRegione’ del 2 novembre) il Dicastero servizi sociali ha individuato una nuova opportunità per coinvolgere i ragazzi, ‘The Social Truck’, un furgone itinerante che li raggiungerà nei loro luoghi di ritrovo in città. La domanda s’impone: l’attuazione precluderà la realizzazione del centro giovanile? Per il capodicastero Servizi sociali Giorgio Soldini una soluzione non esclude l’altra: «Ma si è data priorità a questo progetto innovativo perché, essendo itinerante, può coinvolgere più persone in diverse attività». Va anche detto che, per quanto riguarda il centro giovani, rimane l’annoso problema dell’ubicazione. «Abbiamo individuato un luogo per un eventuale centro intergenerazionale, ma se dovesse andare in porto sarà comunque musica del futuro », aggiunge Soldini. Quanto a ‘The Social Truck’ la concretizzazione avverrà solo se l’Ufficio federale delle assicurazioni sociali (Ufas) coprirà due quarti della spesa; il resto sarebbe a carico di Cantone e Comune, quest’ultimo con una quota di 62mila franchi l’anno. Se Cantone e Confederazione non si assumeranno l’onere richiesto, il Municipio valuterà altre strade. Il progetto prevede un periodo di prova di tre anni e il costo complessivo è di oltre 700mila franchi.

Animazione itinerante

‘The Social Truck’ ha l’obiettivo di aiutare i ragazzi (dagli 11 ai 19 anni) a realizzare dei progetti promuovendo gli spazi urbani come luoghi di esperienza. «Il principio di base è la collaborazione tra adulti e giovani», spiega Alicia Iglesias, operatrice sociale e responsabile dell’iniziativa, elaborata in collaborazione con la Cooperativa Baobab di Bellinzona. «Per rendere possibile la concretizzazione delle attività, ci avvaliamo del sostegno di organizzazioni, comuni, aziende e privati che credono in una nuova visione della società», aggiunge. Per cominciare, due operatori sociali impiegati a metà tempo, a bordo di un laboratorio itinerante (truck-furgone) si recheranno nei punti d’incontro più frequentati dai giovani – come la stazione di Bellinzona – per iniziare a conoscerli. Si inizierà con incontri il mercoledì pomeriggio e ogni due settimane nel weekend; la frequenza potrà poi variare a seconda del periodo, della presenza e dei progetti in atto. «L’idea è di prendere contatto con gli adolescenti, capire quali sono le loro passioni e cosa gli piacerebbe realizzare», spiega Iglesias. «Vorremmo che fossero i ragazzi a proporre e che gli adulti fungessero solo da stimolo e li aiutassero a mettere in atto le iniziative immaginate». L’obiettivo è creare un ponte tra generazioni, garantendo ai ragazzi un ruolo da protagonisti. E se i giovani non dovessero avere spunti, gli adulti potrebbero aiutarli a riconoscere il loro potenziale – spiega l’operatrice sociale – e capire come sfruttarlo, proponendo idee rivolte a tutti, come una serata di cinema all’aperto, un concerto, uno spettacolo teatrale o una mostra urbana. «Partendo dai bisogni e desideri degli adolescenti, possiamo costruire esperienze legate ad arte, natura, tecnologia e altro ancora. Il contatto con gli adulti può avvenire anche grazie alla collaborazione con artigiani del territorio che possono trasmettere le competenze». Con questo progetto, spiega Iglesias, si intende lavorare contro l’isolamento sociale che molto spesso è alla base di comportamenti distruttivi e devianti. La responsabile del progetto è ora alla ricerca di un furgonelaboratorio innovativo nel quale, anche in inverno, si possano svolgere attività creative, usare computer e parlare. 

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