Bellinzonese

Musica dal vivo a Bellinzona, Coopaso getta la spugna

A causa della crisi pandemica che impedisce l'organizzazione di concerti live, la cooperativa dopo nove anni deposita i bilanci in Pretura

Il festival blues di Bellinzona ha sempre riscosso un grande successo (Ti-Press)
7 dicembre 2020
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Fine della musica per la Società cooperativa Paso che, fondata nell’aprile 2011, ha depositato i bilanci in Pretura a causa delle insormontabili difficoltà generate dalla pandemia che impedisce l’organizzazione di concerti dal vivo, in primis la rassegna Bellinzona Blues. La cooperativa presieduta da Michela Delcò Petralli – si legge nell’odierno comunicato “che non avremmo mai voluto scrivere” – getta la spugna “con tanta tristezza”. Claudio Egli e colleghi spiegano che “non possiamo andare avanti in questa situazione creatasi a seguito dell’emergenza sanitaria che non solo ci ha costretti ad annullare il festival Bellinzona Blues previsto a giugno di quest’anno (peraltro già in fase avanzata di organizzazione) e a limitarci nell’organizzazione di eventi ‘minori’; ma c’impedisce, considerata l’incertezza del momento, anche di pensare al prossimo festival ed eventi collaterali per il 2021”.

Precarietà finanziaria

In quasi dieci anni d'attività Coopaso ha promosso, oltre al festival blues bellinzonese, ben 500 eventi sempre gratuiti. “La precarietà finanziaria che sempre ha accompagnato la nostra attività – prosegue la nota stampa – ci ha portato a una situazione di stallo dalla quale contavamo di uscire proprio con il festival 2020, il quale avrebbe previsto, per la prima volta, un’entrata a pagamento”. Ciò non è stato possibile e di conseguenza “è scemata anche la speranza di recuperare parte delle perdite cumulate che sono andate a erodere il capitale dei soci”. All’aspetto finanziario “si sono poi aggiunti anche la stanchezza e lo scoramento del gruppo di lavoro Coopaso, tutti volontari non retribuiti, di fronte all’impossibilità di prevedere una ripresa delle attività, nonché alle preannunciate dimissioni di tre membri del comitato, che avrebbero dovuto concretarsi con la prossima assemblea”.

Eventi gratuiti grazie a volontari, città e sponsor

Gestire e organizzare un festival come Bellinzona Blues, conosciuto ben oltre i confini nazionali, è “un impegno immenso che ripaga con tante soddisfazioni, ma che comporta un coinvolgimento importante in termini di risorse umane (al gruppo Coopaso si aggiungono i numerosi volontari necessari durante gli eventi) e finanziari”. A differenza di altre realtà simili, “il nostro evento principale era reso possibile esclusivamente grazie al sostegno di generosi sponsors e dall’impegno gratuito di numerosi volontari, ma non poteva contare su un’entrata a pagamento. Scelta condivisa anche dal Municipio di Bellinzona che vedeva nel festival un evento popolare aperto a tutti e un momento di socializzazione”. Una scelta quest’ultima “che purtroppo a lungo termine non è stata pagante, nel senso stretto e metaforico del termine”.

Lungo elenco di eventi

Un capitolo “si chiude con tanta tristezza ma con la consapevolezza di aver fatto grandi cose e di aver regalato tanta musica di qualità al nostro pubblico”. Partiti con un gruppo di persone “spinto dalla grande passione per la musica e con grandi speranze e motivazioni nel bagaglio”, nel corso degli anni “abbiamo realizzato, organizzato e promosso diversi eventi che, speriamo, possano essere ricordati, come noi li ricordiamo, con tanta emozione: dai primi concerti nei locali del centro storico, alle indimenticabili serate alla mitica Bavarese, dai concerti per il lancio del Woodstock di Arbedo ai vari eventi sui luoghi di lavoro”. L’elenco è corposo: Blues in Carrozzeria, Folk&Blues in Falegnameria, Blues in cava ad Arvigo, Blues & Wine alla cantina Cagi di Giubiasco, Rock & Blues in Fattoria, Jazz&Blues alla centrale idroelettrica Amb di Giubiasco, Blues al Grotto… Dai Musicaperò a Castelgrande all’organizzazione musicale di Perbacco, fino ad arrivare alla Blues Night del Grotto Pasinetti (riaperto per l’occasione), alle indimenticabili Bellinzona Blues Sessions e infine al festival Bellinzona Blues Festival. 

‘Carro senza ruote’

Fra i diversi motivi che inducono alla prudenza depositando i bilanci, oltre alla stanchezza, alle motivazioni, ai cambi di visione, ai motivi più personali fino alle questioni meramente finanziarie, viene aggiunto che “è altresì importante capire quando è il momento di lasciare per non trascinare a tutti i costi un carro senza ruote e raggiungere con sempre più fatica un traguardo”. La speranza del comitato – prima di ringraziare sentitamente sponsor, autorità cittadine e volontari per il loro importante contributo dato – è che una nuova storia possa partire, “magari prendendo anche qualche insegnamento da questo momento storico, con una pandemia globale che ha stravolto attività, abitudini e quegli aspetti della vita quotidiana e anche culturale ormai dati per scontati”. E chissà che “in un futuro prossimo, magari con nuove forze, non si possa cominciare a scrivere le prime pagine di una nuova avventura”.

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