Bellinzonese

Spesa a domicilio, quasi azzerate le richieste ai Comuni

Complice la non limitazione di movimento per gli anziani e gli aiuti dei familiari, la domanda è praticamente scomparsa a Bellinzona e a Cadenazzo

19 dicembre 2020
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Circa 1'700 richieste nella prima ondata, una manciata da quando il virus ha ricominciato a diffondersi in maniera importante. Una netta diminuzione della domanda che per il momento non induce i Servizi sociali del Comune di Bellinzona a riattivare un’offerta generalizzata del servizio di supporto e spesa a domicilio al beneficio degli anziani e delle persone bisognose. «Allo stato attuale, dal momento che le richieste sono veramente limitate, abbiamo valutato che il servizio possa ancora essere gestito autonomamente da Abad (Assistenza e cure a domicilio del Bellinzonese, ndr), a cui abbiamo indirizzato le poche persone che ci hanno contattato», spiega il municipale Giorgio Soldini, capodicastero Servizi sociali. Un crollo delle richieste sicuramente dovuto al fatto che in questa seconda fase non siano state predisposte restrizioni di movimento per gli anziani. «Le persone considerate più fragili, al fine di soddisfare i propri bisogni, si sono inoltre sempre più organizzate con familiari o conoscenti. Sicuramente tanti si arrangiano poi autonomamente, e probabilmente lo fanno con piacere. Siamo tuttavia pronti a riattivare l’offerta generalizzata come in primavera se dovessero subentrare nuove limitazioni vincolanti per le fasce a rischio». Il direttore di Abad, Roberto Mora, conferma la tendenza: «Oltre a un paio di richieste per portare fuori il cane giunte per tramite del Comune, le domande per la spesa a domicilio si sono praticamente azzerate», afferma Mora. Anche per quanto riguarda Cadenazzo – pure in questa località i servizi comunali collaborano direttamente con Abad – non c’è paragone rispetto alla prima ondata, quando le spese consegnate erano state 190. Zero le richieste pervenute da Sant’Antonino, altro Comune che dall'autunno fa affidamento su Abad. «Credo che attualmente – rileva Mora – in assenza di un divieto esplicito vincolante la persona anziana tenda a organizzarsi autonomamente». Di seguito il parere di Natascia Caccia, municipale e capodicastero Sanità e socialità del Comune di Cadenazzo: «Trovo un po’ peccato che non se ne approfitti. Capisco l’autonomia che la persona anziana vuole mantenere, ma vorrei sensibilizzare alla saggezza e rendere consapevoli i cittadini che noi ci siamo qui per loro». A Cadenazzo, dove da tre anni, in collaborazione con Abad e del Gruppo La Quercia, è attiva la figura del custode sociale all'immagine dello sforzo in termini di vicinanza agli anziani e alla persone bisognose, il servizio di supporto è sempre rimasto attivo anche durante l'estate e continuerà ad esserlo, come annunciato recentemente a tutti i fuochi e nell’ultima edizione di InfoCadenazzo. 

A Biasca squilla spesso la linea di ascolto

A partire dal 9 novembre, il Comune di Biasca ha riattivato il servizio di supporto e spesa a domicilio in collaborazione con il locale Centro Atte. «Confermiamo che le richieste sono notevolmente diminuite rispetto al periodo di lockdown – afferma il coordinatore del Centro Atte Yves Toutounghi – Rileviamo tuttavia un leggero incremento dei pasti consegnati a domicilio ma soprattutto delle telefonate sulla linea di ascolto per gli anziani (0800 00 29 00). Persone che hanno bisogno di parlare e condividere sensazioni e stato d'animo». Solo nel mese di aprile, erano state 450 le richieste per ricevere la spesa a domicilio, alle quali se ne aggiungevano altre 409 per i pasti recapitati a casa e 132 richieste di medicamenti, mentre erano quasi 3'000 le chiamate per verificare se le persone stavano bene e avevano bisogno. 

Non si può poi escludere che tante persone, oltre all'assistenza di familiari o altri conoscenti, abbiano preferito rivolgersi ai servizi di spesa a domicilio offerti dalle grandi catene di distribuzione di generi alimentari. Le richieste arrivate a Coop, ci comunica l’ufficio stampa, rimangono infatti elevate, anche se non sui livelli del lockdown quando gli ordini si erano raddoppiati rispetto alla norma. Per quanto riguarda Migros, le piattaforme con le quali collabora direttamente – e cioè Amigos (consegna della spesa a persone a rischio da parte di volontari) e Smood (consegna della spesa aperta a tutti) – dopo le importanti ordinazioni di marzo, Amigos ha registrato un importante calo delle ordinazioni, che stanno tuttavia riprendendo dal mese di ottobre ma senza raggiungere il livello precedente. Smood, che ha iniziato a operare solo quest’estate, registra una crescita continua molto importante e ha più che compensato il calo di Amigos. Migros, aggiunge l’ufficio stampa, ritene che una parte dello sviluppo di Smood sia dovuto alla clientela che fa parte della categoria a rischio. 

Per voce del presidente Norman Gobbi, ieri pomeriggio il Consiglio di Stato ha nel frattempo nuovamente ribadito la raccomandazione per le fasce a rischio: accedere ai negozi di generi alimentari nelle prime ore del mattino e fare uso dell'ampia rete di supporto messa in atto dai vari Comuni e associazioni. 

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