Bellinzonese

Il vigneto vandalizzato di Artore tornerà a ‘risplendere’

L'erba alta nasconde mezzo migliaio di barbatelle posate in primavera dopo il clamoroso atto vandalico compiuto un anno fa

Il terrazzamento sembra semi-abbandonato, ma l'erba alta nasconde la novità (foto Regione)
3 agosto 2021
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L’amara scoperta risale esattamente a un anno fa, quando a inizio agosto si erano notate le prime foglie rinsecchite: una o più mani ignote avevano nottetempo mozzato di netto 500 tralci di vite che ornavano il terrazzamento della chiesa di Artore, uno dei luoghi più caratteristici e fotografati (dopo i castelli) della collina di Bellinzona. Fine della festa ma salve, stranamente, la cinquantina di barbatelle posate durante la primavera precedente. Oggi il luogo appare desolatamente abbandonato: la vecchia vite è stata estirpata e l’erba ormai alta induce a credere che l’abbiano avuta vinta gli autori dell’atto vandalico mossi da chissà quale spirito (di vendetta per qualche torto subito? oppure invidia? altro?). Autori che l’inchiesta di polizia, dopo la denuncia contro ignoti presentata dalla Parrocchia di Daro proprietaria del mappale vignato e dell’edificio religioso, non è riuscita a individuare.

Non si è perso tempo

Tuttavia l’apparenza inganna l’occhio del disattento passante: gli operai della Cantina Chiericati di Bellinzona, che sin dal 2004 cura il vigneto, durante la primavera in sostituzione della vite ormai morta hanno infatti posato mezzo migliaio di barbatelle che richiederanno due o tre anni di tempo prima di fruttificare. Per andare incontro alla cantina, che si è assunta l’onere del nuovo impianto viticolo, il Consiglio parrocchiale ha deciso di ridurre il costo dell’affitto fino a quando il primo Merlot non sarà imbottigliato e messo in commercio. Nel frattempo le forti e perduranti precipitazioni hanno rallentato la regolare gestione dell’erba che cresce abbondante tra i filari; prossimamente, non appena le condizioni meteo lo permetteranno, anche l’occhio avrà dunque la sua parte. E per evitare il ripetersi di altri gesti sconsiderati, chissà che non valga la pena dotare il terrazzamento di occhi… elettronici. Nella regione infatti gesti sconsiderati come quello di un anno fa abbondano: sono noti gli episodi di Gudo (nel maggio 2017 l’ex vigneto sperimentale del Centro di ricerca Agroscope si è visto troncare alcune centinaia di ceppi d'uva di diverse qualità), di Biasca (nel marzo 2019 segati 650 ceppi) e di nuovo Gudo (nell’aprile 2019 estirpate da un vigneto un centinaio di barbatelle).

Un'estate umida e con molte perdite

Intanto proprio l'estate in corso, caratterizzata dal maltempo, sta oltremodo complicando la vita ai viticoltori di tutta la Svizzera, Ticino compreso, alle prese con attacchi di malattie fungine quali le temibili peronospora e oidio. Per combattere le quali occorre praticare una serie di trattamenti fitoterapici con tempistiche precise e non sempre bene accetti, per il disturbo arrecato, nelle località in cui i vigneti confinano con le zone abitate. La stagione 2021 risulta però già in parte compromessa laddove la grandine ha colpito duramente a più riprese verso la metà di luglio, causando perdite fra il 50 e il 90% anche nel Bellinzonese, sulle colline attorno al Piano di Magadino e nelle basse valli Leventina e Blenio. Qui le forti raffiche di vento hanno portato al suolo massicce quantità di chicchi di grandine caduti trasversalmente, ciò che ha oltremodo danneggiato non solo l'impianto fogliare ma anche e soprattutto i grappoli solitamente esposti al sole.

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