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Ruspe in azione alla Saleggina per bonificare l’ex Pista Nato

Bellinzona: si tratta del primo tassello in vista dello smantellamento dello stand di tiro e della realizzazione del nuovo ospedale e del parco fluviale

7 maggio 2024
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Nel vasto comparto della Saleggina sono in corso da alcuni giorni movimenti di terra eseguiti con l’ausilio di macchinari da cantiere. La domanda è d’obbligo: si sta forse già smantellando lo stand di tiro in vista della realizzazione del nuovo Ospedale regionale? Oppure è stato avviato il cantiere che interesserà quel tratto di fiume Ticino da trasformare nel tanto atteso parco fluviale? Niente di tutto ciò. O meglio, non ancora. L’intervento in corso s’inserisce – quale primo tassello operativo, dopo i vari passi pianificatori già fatti e altri ancora da compiere – nella metamorfosi cui l’intero comparto sarà sottoposto da qui ai prossimi dieci/vent’anni.

Costi in parte assunti dall’Esercito

Primo tassello rappresentato dalla necessità di risanare la cosiddetta ‘Pista Nato’ utilizzata dall’Esercito per sue esercitazioni svolte nell’arco di alcuni decenni. In tutto 10mila metri quadrati da trasformare – in base agli accordi presi con la Confederazione, precedente proprietaria – in pregiata Superficie agricola per l’avvicendamento colturale (Sac) attraverso la bonifica con un costo calcolato da una perizia ambientale in circa 1,2 milioni di franchi. Cifra assunta dal Cantone, nuovo proprietario di tutta la Saleggina dopo che il Gran Consiglio nella primavera 2021 aveva stanziato i 16 milioni di franchi da destinare ad Armasuisse, l’ala immobiliare dell’Esercito. Da notare che a fronte della necessità di risanare l’inquinata Pista Nato, durante le trattative per il passaggio di proprietà Armasuisse aveva accettato di ridurre il costo d’acquisizione di 600mila franchi, cifra che corrisponde a quella necessaria per garantire la qualità Sac. Al fine di garantire una corretta sistemazione, è stato inoltre deciso un accompagnamento ambientale con dei controlli analitici quantificabile in quasi 40mila franchi.

Arrocco fra Pollegio e la capitale

E così il Demanio cantonale, direttamente responsabile di questa tappa della Saleggina, ha ora avviato la riqualifica dei primi 10mila metri quadrati. L’intervento segue la decisione governativa (marzo 2023) di modificarne la destinazione nel Piano regolatore da Zona per attrezzature pubbliche militari in Sac, che è di maggior pregio rispetto a un comune terreno verde. Il tutto avviene nella parte nord della Saleggina quale compensazione diretta di un’analoga Sac che sparirà a Pollegio dove, accanto all’ex Infocentro di AlpTransit, è prevista una nuova area d’istruzione per le truppe sanitarie dell’Esercito. Area che proprio in questi giorni sta sparendo appunto dalla Saleggina; a medio termine seguirà poi lo smantellamento dello stand di tiro, la cui attività sarà concentrata nella zona del Monte Ceneri. Tornando ai 16 milioni stanziati tre anni fa dal parlamento cantonale, 13,6 hanno riguardato l’entrata in possesso della Saleggina la cui superficie misura complessivamente 215mila metri quadrati; mentre 1,15 milioni di franchi sono destinati all’acquisto dell’ex Infocentro di Pollegio (per soli 135mila franchi, versati a quella che un tempo era AlpTransit Ag) e al suo adattamento logistico così da trasformarlo in una struttura destinata ad accogliere servizi di pubblica utilità. Così facendo il Cantone ha evitato di dover demolire – come invece previsto inizialmente in base agli accordi presi al momento d’installare il cantiere AlpTransit in Leventina – uno stabile di pregio.

Poi toccherà alla vecchia discarica

La nuova Sac è prevista nel rettangolo compreso fra via Comacini, il confinante quartiere residenziale e l’area agricola già presente poco più a nord. Come detto, la variante di Piano regolatore per la conversione in Sac era stata approvata dal Consiglio di Stato nel marzo di un anno fa, cui è seguita in settembre la concessione della licenza edilizia per poter procedere con la bonifica dell’ormai ex terreno militare. Da notare che oltre ai 16 milioni già stanziati dal Gran Consiglio, altri 11 milioni si renderanno necessari per un’ulteriore bonifica. Questa volta si dovrà metter mano a una superficie di 18mila metri quadrati dove fra il 1950 e il 1970 era presente una vecchia discarica della città, composta da rifiuti edili, solidi urbani e materiale di scavo e con una volumetria di circa 60mila metri cubi. Una parte degli 11 milioni necessari sarà oggetto di finanziamento cantonale nell’ambito del parco fluviale. Gli oneri di bonifica riguardano lo scavo e l’asporto di tutto il materiale della vecchia discarica.

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