Locarnese

Verscio, 'teatro e scuola sono inscindibili'

Accorato appello di David Dimitri ai pedemontani affinché sostengano la permanenza dell'Accademia in paese, dove ha creato un 'unicum' irripetibile altrove

(Ti-Press)
16 giugno 2020
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"Cari amici, chiedo a voi tutti abitanti, rappresentanti della comunità, dipendenti, docenti, studenti e visitatori del mondo Dimitri di far sentire la vostra voce affinché non si disperda questa ricchezza, si possa evitare questo errore e l'Accademia Dimitri rimanga dov'è nata tanti anni fa, il solo luogo dove ha senso di esistere".
E' l'accorato appello di David Dimitri, figlio del noto clown, lanciato dalle pagine della rivista Tre Terre a tutti i cittadini delle Terre di Pedemonte per cercare di sbarrare la strada al trasferimento, ormai previsto, dell'Accademia a Losone (ex Caserma San Giorgio). Un tema, questo, che sta facendo molto discutere e non solo in paese per le conseguenze che ciò potrebbe comportare. Nel suo scritto, David Dimitri ripercorre, in maniera succinta, quelli che sono stati i primi passi di questa realtà artistica (un "unicum" a livello internazionale, la si potrebbe definire per le sue peculiarità). Dall'arrivo, nel 1975, grazie all'iniziativa di Dimitri padre e di Richard Weber, dell'Accademia a Verscio, con i primi corsi di formazione destinati ai giovani all'abilitazione, della stessa, quale istituto universitario (sotto l'ala della Supsi) su su fino ai tempi recenti.

Le peculiarità del luogo come carta vincente

A detta di David Dimitri, una delle principali ragioni del successo di questa istituzione risiede proprio nell'ambiente in cui è sorta. "Dimitri ha creato una piattaforma culturale unica nel suo genere: attraverso la crescita organica delle diverse aree del mondo Dimitri, con l'insediamento tra le case centenarie, con i loro tetti in pietra granitica e tra i vicoli di Verscio, grazie alle performance di artisti provenienti da ogni dove, in questo paese è nato un centro culturale del tutto originale e non replicabile altrove. Un centro nel quale convivono un teatro, il museo, un ristorante-teatro per gli artisti, il pubblico e gli abitanti del paese. E, ovviamente, l'Accademia Dimitri".

L'aspetto finanziario

Dimitri padre ha donato la maggior parte degli immobili alla Fondazione omonima nel 1994; Accademia e Fondazione, tuttavia, sono due entità separate e indipendenti, benché strettamente legate l'una dall'altra. La Scuola, infatti, utilizza gli spazi messi a disposizione dalla Fondazione per i corsi di formazione dei futuri artisti. Chiaro che se questi ultimi dovessero trasferirsi altrove, l'intero sistema entrerebbe in crisi. "Non si tratta solo di rilevanza economica - prosegue David - anche se uno studio effettuato qualche non fa ha calcolato l'ammontare, milionario (!) della ricchezza trasferita come indotto sul territorio dal mondo Dimitri". Attorno a questa realtà ruotano infatti introiti per negozi, esercizi pubblici, proprietari di appartamenti, artigiani. Senza trascurare il fatto che molti docenti hanno scelto di stabilirsi nelle Terre di Pedemonte dove hanno creato la loro famiglia. Per questo motivo "non ritengo auspicabile il possibile trasferimento dell'Accademia a Losone. Mio padre non avrebbe mai immaginato un altro posto al di fuori di questo, anche se a soli pochi km di distanza".

Due realtà inscindibili

Nel suo appello alla cittadinanza, ribadisce quella che fu la volontà dei suoi genitori e dei loro amici: "Creare una scuola per trasmettere un'arte unica, che non si impara nelle scuole di teatro. Un'arte di questa natura ha bisogno di contenuti e del giusto contenitore. Dimitri sapeva che i veri insegnanti non sono quelli riconosciuti formalmente; allo stesso modo a Verscio gli artisti si formano anche per le strade del paese, fanno i conti con i muri storti, i tetti secolari, improvvisano, si adattano, creano. E così facendo vivono in quei luoghi e li rendono vivi. Io credo che l'Accademia Dimitri abbia portato valore a Verscio senza- come capita spesso - che il villaggio sia stato semplicemente invaso da un'entità estranea". A conclusione della sua riflessione, il figlio d'arte ricorda che "teatro e scuola si nutrono l'uno con l'altro, in un cosmo di creazione e di vita". Un gioiello raro, la cui bellezza va dunque preservata, una grande eredità socioculturale da tutelare.

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