Locarnese

'Negli ultimi 60 anni mai un fiume Riarena così spaventoso'

Locarnese martoriato dal maltempo: Protezione civile e servizi comunali sotto pressione. Cugnasco-Gerra e Gordola prevengono nuovi disastri

31 agosto 2020
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Il maltempo che si è abbattuto sul Ticino lo scorso fine settimana ha reso necessaria la mobilitazione, accanto a decine di pompieri (spalleggiati in alcuni casi da operai di ditte private messi a disposizione da impresari), anche di forze della Protezione civile di Locarno e Vallemaggia. Militi impegnati a fronteggiare i disagi della popolazione in vari Comuni flagellati dalla pioggia (allagamenti e smottamenti originati da corsi d'acqua in piena e tombini di scarico trasformati in geyser). «Dopo la giornata di sabato, che ci ha visti impegnati più che altro in ricognizioni delle zone a rischio - spiega il comandante Lorenzo Manfredi - domenica 18 uomini sono stati mobilitati in appoggio ai pompieri del Gambarogno (in particolare a San Nazzaro, per aiutare nei lavori di pulizia e rimozione di materiale finito negli scantinati di alcune abitazioni) e a Gordola (anche in questo caso per dar man forte nelle abitazioni invase dall'acqua e per  risolvere criticità all'acquedotto). Lunedì, a Solduno, alcuni militi sono stati dislocati per lo sgombero di materiale portato a valle dai riali straripati; altri uomini sono stati impegnati a Cugnasco-Gerra e alla pista di ghiaccio di Prato Sornico, per analoghi lavori di pulizia e rimozione del materiale trasportato dalla corrente. Nei prossimi giorni, infine, è previsto l'invio di una squadra a Lavertezzo, per la sistemazione di un sentiero che conduce alle sorgenti comunali e per riparare una scalinata danneggiata dalle forti piogge».

Momenti di paura

A Gordola e Cugnasco-Gerra i servizi comunali hanno affrontato e in parte già risolto parecchie situazioni oltremodo delicate. Apprensione generale, momenti di autentica paura e alcune evacuazioni, praticamente già tutte rientrate, hanno fatto da sfondo ad un “evento limite” che rimarrà nella memoria collettiva. Un dato significativo riguarda la portata del fiume Riarena, che mai negli ultimi 60 anni era apparsa, agli occhi degli anziani residenti, tanto imponente. Proprio il ruggito del corso d'acqua ha richiesto fra l'altro la chiusura prudenziale e temporanea del ponte situato a monte, su via Medoscio.

Rimanendo a Cugnasco-Gerra, i servizi comunali continuano in queste ore a lavorare alacremente sulle conseguenze di quattro smottamenti di versante avvenuti su tre strade diverse: via al Böcc (dove si è proceduto anche con l'evacuazione di una donna dalla sua abitazione), via Valletta e via ai Ronchi, ai quali va aggiunto un cedimento su via Pian Restello a causa di un'infiltrazione. Entro stasera verranno messe in sicurezza e dovrebbero riaprire via al Böcc  e via Valletta (come già avvenuto in via ai Ronchi), mentre ci vorrà più tempo per via Pian Restello.
Nella parte bassa, al confine con Gudo, in relazione soprattutto agli smottamenti a valle in via al Böcc e in via Valletta, il terreno ha seguito il corso d'acqua e c'è stata l'esondazione sulla strada cantonale in zona Massarescio, con deposito di materiale e riempimento delle vasche di contenimento comunali. Mentre scriviamo si sta provvedendo con la pulizia di tutte le griglie e di tutte le vasche a monte. Il rischio è ovviamente che altri eventi si verifichino prima che le vasche possano contenere nuovo materiale portato dai riali, dove per altro non sono stati osservati grossi depositi residui. Importanti sono invece i disagi su molti terreni privati, dove le esondazioni hanno lasciato il segno. Disagi “fisici”, questi, cui bisogna aggiungere quelli psicologici delle molte persone che hanno vissuto con forte apprensione le ore di diluvio. Nessun problema è stato rilevato a livello di potabilità; «segno - deducono all'Ufficio tecnico - che il sistema generale ha funzionato». Rimangono piccoli problemi puntuali in Val Pesta, dove vi sono stati cedimenti su alcuni sentieri per raggiungere le sorgenti.

'Emergenza reale, investire nel territorio'

Discorso non molto diverso a Gordola, il cui ampio versante si caratterizza dalla moltitudine di riali che lo attraversano. La frana del Carcale, sorvegliata speciale, ha retto, ma l'omonimo riale ha fatto erosione di sponda sotto via Cecchino. All'apice della stessa, che è un vicolo cieco, un corso d'acqua ha trascinato a valle oltre 150 metri cubi di materiale che ha invaso per parecchie decine di metri la strada. Le opere di pulizia sono state ritardate dalle difficoltà nel sistemare il passaggio sottostante. La zona - sorvegliata dal geologo Franco della Torre - è oggetto di lavoro incessante da sabato. L'obiettivo è riaprire completamente martedì. Piena di materiale anche la camera del riale Curriga, in una zona da cui sabato erano state sfollate 4 famiglie, in seguito rientrate a domicilio. Via Pianella, ai cui vertici vi sono vari affluenti del riale, deve far conto con flussi di detriti su almeno 4 punti. Oggi l'arteria rimaneva bloccata e si conta di iniziare al più presto con lo svuotamento della camera da oltre duemila metri cubi in via dei Lupi. Anche qui imperativo è liberarla prima che un prossimo evento potrebbe rendere necessario un nuovo accumulo. Idem per la camera del Carcale, che di metri cubi ne può accogliere circa 1'500. Un terzo grosso fronte è quello del riale Burio, esondato con diverso materiale interessando via Loco Coste, via Sasso Misocco e via Caserma. La strada è stata liberata dai detriti ed è di nuovo percorribile.

Damiano Vignuta, il sindaco, esprime rammarico per i nuovi disagi e nota che «questi eventi dimostrano un'emergenza reale, con relativa necessità di continuare ad investire nel territorio, come fatto finora. Le opere già effettuate hanno per altro fatto egregiamente il loro lavoro».

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