Luganese

Lugano, Ghiggia e l'abuso di Sonvico

La Città avvia una procedura edilizia a carico dell’avvocato e candidato Lega-Udc agli Stati che sulla(e) segretaria frontaliera risponde con un post

L'avvocato e candidato Lega-Udc alle Federali
(Ti-Press)
21 settembre 2019
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Un’altra tegola giunge in piena campagna elettorale per Battista Ghiggia, candidato al Consiglio degli Stati per la lista Lega/Udc. Dopo le polemiche divampate in settimana relative alla segretaria frontaliera alle dipendenze del suo studio legale, ora spunta pure un abuso edilizio di cui l’avvocato luganese si sarebbe macchiato a Sonvico. Un abuso di cui circolavano indiscrezioni non confermate durante tutta la mattinata di ieri. Le voci nel tardo pomeriggio, secondo nostre informazioni, hanno però preso forma e concretezza.

L’irregolarità riguarda un fondo agricolo a Sonvico (ex Comune aggregato alla città nel 2013), dove il candidato agli Stati ha trasformato un manufatto senza chiedere alcun permesso all’autorità comunale. E la Città di Lugano, dopo aver ricevuto nelle passate settimane una segnalazione anonima che i funzionari dell’amministrazione hanno provveduto a verificare, ha notificato a Ghiggia l’apertura di una procedura edilizia. In altre parole, in quel sedime, l’avvocato ha realizzato lavori, ma sono emerse non meglio precisate violazioni di natura edilizia che dovranno essere sanate tramite una domanda a posteriori. Raggiunto da ‘laRegione’ nel tardo pomeriggio, Ghiggia ha preferito non prendere posizione limitandosi a rispondere che «non ho nulla da spiegare». Gli abbiamo chiesto lumi anche in merito alle particolari competenze della segretaria frontaliera assunta nel suo studio legale e avremmo voluto chiedere di una seconda impiegata frontaliera che lui avrebbe assunto, ma l’interessato ci ha rimandato a un suo post pubblicato in serata (leggi in seguito). Una situazione che stride con la battaglia politica “Prima i nostri” che portano avanti i partiti per cui l’avvocato è in lista.

‘Un profilo introvabile in Ticino’

L’interessato ha già risposto pubblicamente (alla notizia pubblicata dal ‘Caffè’ l’8 settembre in Prima pagina). Al ‘Quotidiano’ durante il faccia a faccia con Filippo Lombardi andato in onda nei giorni scorsi, Ghiggia aveva detto che «Prima i nostri non vuole dire solo i nostri, significa che quando si cercano competenze qualificate, a parità di requisiti, scelgo il residente però se non lo trovo scelgo altrove». Avremmo voluto chiedergli quali sono le competenze che non è riuscito a individuare fra i residenti in Ticino e se conferma o smentisce che in realtà le segretarie frontaliere attive nel suo studio sarebbero due, ma come detto lui ci ha rimandato al post. Post (senza contraddittorio) di cui pubblichiamo un estratto: “Nel mio Studio legale l’attività internazionale rappresenta circa il 50%, e giornalmente vengono utilizzate dalle due alle quattro o più lingue straniere. Io ne parlo correntemente cinque e devo avere un’assistente qualificata di alto profilo, assunta tra l’altro nel 2011, ben 8 anni or sono, con competenze linguistiche e professionali elevate (5 lingue) e con uno stipendio altrettanto elevato. Elevato anche per il mercato locale, beninteso. È un profilo, quello della mia collaboratrice, difficile da trovare non solo in Ticino, ma ovunque. Non stiamo parlando infatti di una semplice impiegata di commercio che apre la corrispondenza e svolge lavori d’ufficio di routine. Di conseguenza nulla a che vedere con casi di dumping o quant’altro. Dove ci sono competenze e qualifiche sul mercato locale non è invece necessario far capo a stranieri e questo principio è per me sacrosanto”.

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