Luganese

Non si esclude la lite all'origine degli spari in via Beltramina

Il 50enne arrestato, inquilino al pianterreno, ha fatto fuoco intorno alla porta dell'appartamento di una coppia di anziani. Sequestrati due fucili.

Fotoservizio TI-PRESS
(Via Beltramina 3a)
20 novembre 2020
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"Ma adesso qui si mettono pure a sparare?" È stata questa l'esclamazione pronunciata dalla figlia di un famiglia che abita al terzo piano di via Beltramina 3 a, dove ieri sera poco prima delle 20 un cinquantenne cittadino svizzero, inquilino del pianterreno, ha sparato con un fucile da caccia all'interno e all'esterno del palazzo, fortunatamente senza ferire nessuno e vicino alla porta d'ingresso di una coppia di anziani al primo piano. La nostra testimone racconta di aver sentito dapprima quattro o cinque spari: «All'inizio non mi sono allarmata, perché pensavo che fossero i rumori metallici dei soliti maleducati che danno colpi sulla ringhiera delle scale» -. Poi un'altra serie di cinque-sei spari avvenuta dopo diversi minuti, «é a quel punto che non ho più avuto dubbi e inoltre ho sentito che i vicini si precipitavano da basso per capire cosa stesse succedendo».

E proprio su cosa sia successo con esattezza rimane una domanda ancora aperta. Ma la nostra interlocutrice riferisce particolari importanti e avanza un'ipotesi. «La polizia è stata chiamata da una mia amica che abita al 1° piano, proprio accanto all'appartamento della coppia di anziani, dove sono stati esplosi i colpi sopra e accanto alla loro porta. L'anziana signora è molto pignola e si lamenta spesso di tutti e non escluderei che l'autore degli spari abbia magari tenuto il volume della tv troppo alto e che all'ennesimo richiamo sia scattato, reagendo in questo folle modo, imbracciando un fucile». Tutte ipotesi al vaglio della procuratrice pubblica, Pamela Pedretti, titolare dell'inchiesta penale aperta nei confronti del 50enne arrestato ieri sera dagli agenti della polizia della città di Lugano all'ingresso dello stabile, immediatamente dopo il grave episodio. Le accuse, nei confronti dello sparatore, sono quelle di esposizione a pericolo della vita altrui e infrazione alla legge federale sulle armi. Sono due le armi sequestrate dagli agenti all'uomo: due fucili da caccia. «Non so dire che marca fossero, non me ne intendo, le ho viste davanti al portone principale, dove le ha depositate ieri sera momentaneamente la polizia» - prosegue la testimone.

Dai primi accertamenti - informa il Ministero pubblico - è emerso che l'uomo ha esploso alcuni colpi all'interno del suo appartamento nonché all'interno e all'esterno del caseggiato. L'appartamento del 50enne, al pianterreno, nel quale l'uomo ha fatto partire i primi colpi, è un monolocale e dà sotto la stanza della coppia di anziani, ciò che confermerebbe come il bersaglio dello sparatore fosse proprio la coppia di anziani. La polizia ha sbarrato con i classici cordoni la zona in cui si trova l'appartamento del 50enne. Tapparelle bianche abbassate, un piccolo monolocale con due finestre e una porta finestra che dà su un fazzoletto di verde in ombra. Davanti, una siepe e altri palazzi. 

'Da un paio d'anni lo stabile è in degrado: liti e gente che si picchia'

La nostra testimone parla di un palazzo, quello in cui ieri sera è avvenuta l'inaudita sparatoria, che negli ultimi anni ha subìto un notevole degrado. «Fino a qualche anno fa era un bellissimo palazzo, erano tutti appartamenti comprati. Poi, con la morte di molti anziani, da un paio di anni hanno iniziato ad affittare a gente spesso non molto ragguardevole. La polizia è arrivata spesso per schiamazzi, liti, gente che si picchia. Una volta un accoltellamento e un'altra volta un appartamento in cui c'era prostituzione».

'Una persona gentile, ma ultimamente appariva nervoso'

Il cinquantenne, che da ieri sera si trova in carcere preventivo, a dire degli inquilini dei due palazzi gemelli che fanno capo a un'unica amministrazione, è una persona «solitaria, schiva, domiciliato in via Beltramina da un paio d'anni e che viveva solo». Una inquilina del palazzo accanto lo descrive come «una persona gentile, ma negli ultimi tempi appariva nervoso. Diceva che l'assicurazione invalidità gli dava pochi soldi e che lui doveva pagare diverse fatture». Qualcun'altro sostiene che «si vedeva che era in difficoltà». 

 

 

 

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