Luganese

Croce Rossa, ‘la pandemia ha cambiato il nostro modo d’aiutare’

Il servizio ‘Baby help - Mamy help’ sostiene da 25 anni i genitori con figli malati. ‘Le quarantene ci impediscono di entrare in azione’

Nel 2019 sono state erogate oltre 6mila ore d’assistenza (Archivio Ti-Press)
3 dicembre 2021
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Avere in casa un figlio malato e non poterlo curare, perché impegnati al lavoro. Un problema presente nella quotidianità di molte famiglie e molti genitori single. Se poi non si trova un parente o una persona fidata pronta a dare una mano ecco che il problema può diventare un’urgenza. Per rispondere a questo bisogno la sezione del Sottoceneri della Croce rossa Svizzera (Crss) ha creato oltre 25 anni fa il servizio solidale ‘Baby help - Mamy help’. «Interveniamo per accudire i bambini quando sono malati e la mamma o il papà non possono occuparsene. Succede anche che a essere malato è il genitore e serve qualcuno che si occupi del piccolo», spiega la responsabile del servizio Maria Murta Sassi. Non sempre, fa notare l’associazione, le soluzioni quotidiane come asili e scuole sono soddisfacenti.

Il problema delle quarantene

Un servizio che per forza di cose ha subito gli effetti della pandemia e ora si trova in difficoltà per via delle tante quarantene che stanno colpendo i bambini, specialmente quelli in età di scuola elementare. «Con la pandemia per noi è cambiato tutto, abbiamo lavorato poco. I genitori erano giustamente timorosi nel far entrare un estraneo in casa. Dopo il periodo del lockdown però abbiamo ricominciato, anche se con forme diverse». Tra queste, quella di recarsi in casa ad assistere un bimbo mentre il genitore si trova nell’altra stanza impegnato con il lavoro da remoto. «È una situazione nuova, ma il fatto di lavorare da casa non significa che non si ha bisogno di aiuto. Va detto che l’anno scorso e fino ad agosto i bambini non si sono praticamente mai ammalati, da settembre invece la situazione è difficile», prosegue Murta Sassi. A complicare le cose ci sono le tante quarantene nelle scuole elementari ticinesi. «Per noi è triste perché non possiamo intervenire, anche se ci viene chiesto un aiuto. Tanti bambini finiscono in quarantena o sono positivi ma i genitori, essendo vaccinati, non sono tenuti a stare in isolamento e devono recarsi al lavoro. Il rischio per noi sarebbe però quello di far circolare il virus e aggravare ulteriormente la situazione sanitaria», conclude rammaricata la responsabile.

‘Pronti in due ore’

In oltre 25 anni di servizio è tanta l’esperienza accumulata dai responsabili. «Io faccio parte della Croce Rossa dal 2004. Negli anni ho visto il nostro servizio cambiare. Cerchiamo di adattarci il più possibile alle esigenze dei genitori, che sono spesso diverse nel loro genere». Per rispondere alle necessità, spesso urgenti, il servizio è pronto a entrare in azione tempestivamente. «Entro due ore dalla chiamata una collaboratrice professionale, che dispone di una formazione specifica e continua, si reca al domicilio per accudire il bambino». A rendere possibile l’offerta sono soprattutto le donazioni della popolazione. «Abbiamo prezzi solidali, di 6 franchi all’ora, in modo che tutte le fasce della popolazione possano permettersi di chiamarci». Tutte le informazioni per sostenere Croce Rossa si trovano sul sito www.crocerossaticino.ch. «Notiamo che il nostro aiuto è davvero molto apprezzato. Nel 2019, ultimo anno che possiamo considerare ‘normale’ dal punto di visto del nostro servizio, siamo intervenuti per oltre 6mila ore». Sono state 145 le famiglie aiutate, per un totale di 214 bimbi, di età generalmente inferiore agli 8 anni. «Un aiuto che continueremo a offrire anche in futuro», conclude Maria Murta Sassi.

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