Luganese

Verso la crisi energetica, crescono i costi di luce e gas

Bolletta elettrica più salata nel Sottoceneri, con invito esplicito al risparmio. L’aumento è lieve nel Basso Mendrisiotto

L’uscita dei cavi di alta tensione dalla sottocentrale Ail di Cornaredo verso le altre centrali della città
(Ti-Press/Archivio)
1 settembre 2022
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Gli interlocutori e i vertici delle aziende elettriche non parlano (ancora) di crisi energetica. Ma gli annunciati aumenti delle tariffe per il 2023, seppur più contenuti rispetto al previsto, parlano da soli. Non c’è bisogno di commentare nemmeno i rincari sui mercati internazionali dell’elettricità e del gas naturale, che nel corso dell’ultimo anno hanno raggiunto percentuali attorno al 2’000% (il costo dell’approvvigionamento è lievitato di ben 20 volte rispetto a un anno fa). Secondo il nuovo tariffario delle Aziende industriali di Lugano (Ail Sa, che conta 429 collaboratori), a carico degli utenti (115’000 clienti), nel 2023 la tariffa ammonterà mediamente a 27,39 cts/kWh con un aumento rispetto al 2022 del 33,5%. Per un’economia domestica di medie dimensioni, di circa 200 franchi in più all’anno. L’Azienda elettrica di Massagno (Aem), ha invece stabilito che il costo medio per le economie domestiche subirà un’impennata complessiva del 24,3%. Per il cliente domestico medio di riferimento (con un consumo annuo di 4’500 kWh), ciò si tradurrà in un maggior esborso di circa 250 franchi sull’arco dell’intero anno.

Nel 2021, un utile operativo di 61 milioni

Anche il prezzo del gas naturale per scaldare le abitazioni subirà un rincaro, ricordano le Ail, a partire dal prossimo 1° ottobre. Il costo dell’energia ha infatti subito un aumento significativo. Dal 1° ottobre vengono inoltre applicati i costi generati dalle operazioni di stoccaggio e opzioni. Comunque, fra un mese, la tariffa del gas di Ail complessivamente ammonterà a 10,64 cts/kWh, con un aumento rispetto al 2022, del 40,3%. Insomma, lo scenario inquieta. Il presidente del Cda di Ail Sa Angelo Bernasconi, senza nascondere una certa preoccupazione per il futuro, nel suo intervento introduttivo ha tranquillizzato mettendo in evidenza gli obiettivi che l’azienda intende perseguire: garantire la sostenibilità e la sicurezza, continuando a investire nell’approvvigionamento da fonti locali e rinnovabili. La politica di approvvigionamento della Ail è orientata all’acquisto scaglionato fino a tre anni in anticipo e questo consente di calmierare rialzi, altrimenti proibitivi. Chiaro, la sfida è rappresentata dall’evoluzione in forte crescita dei prezzi dell’energia. Intanto, però confortano i risultati d’esercizio 2021 di Ail Sa. Come ha sottolineato Andrea Prati, presidente della direzione generale, l’azienda è solida: la cifra d’affari si è attestata a 336 milioni di franchi, con investimenti operativi di 39, un utile operativo di 61 milioni, mentre la quota di rinnovabili è del 73%. Le Ail continuano a incrementare la produzione fotovoltaica, insistono come detto nella sostenibilità e con gli investimenti nel territorio. Non è invece ancora stato definito il dividendo che Ail elargirà alla Città di Lugano (l’anno scorso è stato di ben 5,8 milioni di franchi), che detiene il 100% delle azioni della società.

Guerra e siccità tra le cause

Le Ail implementeranno, già da questo settembre, misure di risparmio interne e sensibilizzeremo i clienti e i Comuni del comprensorio su questo tema, in coordinazione con le azioni federali. Nel caso peggiore, ha messo in evidenza il vicedirettore Giampaolo Mameli, con la messa in vigore delle Ordinanze sulla gestione dell’elettricità (OGEle), le Ail sono pronte a monitorare il rispetto dei divieti di consumo, a indicare ai grossi consumatori l’eventuale contingentamento e verificarne l’attuazione e a eseguire i piani di disinserimento della rete, in fase di finalizzazione, sulla base delle disposizioni emanate a livello federale. Carlo Cattaneo, capoarea Commercio e produzione, ha invece illustrato la situazione e le prospettive nell’approvvigionamento di elettricità. Una situazione caratterizzata da scarse precipitazioni, a livello europeo più che in Svizzera, che impattano sulla disponibilità idroelettrica per l’inverno. Poi, bisogna considerare che metà delle 56 centrali nucleari francesi sono ferme a causa di una cronica trascuratezza della manutenzione. Naturalmente pesa anche il conflitto Russia-Ucraina e le conseguenti riduzioni di fornitura di gas verso l’Europa influenzando la produzione elettrica da centrali a gas che Ail cerca di destinare agli stoccaggi. In Germania si cerca di riattivare centrali a carbone e a olio, ma al momento risulta che solo una è stato possibile attivarla. Le riattivazioni di impianti già spenti sono molto onerose e non sempre tecnicamente fattibili. Il basso livello dei fiumi, in particolare del Reno, arteria principale per le forniture di carbone, limita il trasporto via nave del carbone con conseguente riduzione della produzione. Tutti questi effetti stanno riducendo sensibilmente l’offerta di energia in tutta l’Europa con il conseguente impatto al rialzo sui prezzi. Per rafforzare ulteriormente la sicurezza di approvvigionamento il Consiglio federale intende impiegare centrali elettriche di riserva funzionanti a olio combustibile. Si stima una potenza di oltre 300 MW comparabile alla potenza di Beznau 1. La Commissione federale per l’energia elettrica (ElCom) ha comunicato che a inizio settembre verrà emanata l’ordinanza che regola l’applicazione relativa alla riserva di energia idroelettrica prevista per l’inverno.

Lo scenario ‘apocalittico’

Lucas Bächtold, condirettore generale, ha tratteggiato la situazione e le prospettive finanziarie. Senza interruzioni di fornitura di energia, il 2023 vedrà salire la cifra d’affari dai 336 milioni del 2021 al mezzo miliardo di franchi, per l’aumento delle tariffe, di cui 25 milioni per la rivendita del pari quantitativo di gas stoccato. Si prevede pure un aumento delle spese per acquistare energia fino a 330 milioni. Rispetto ai costi operativi, per il materiale e le prestazioni di terzi si stima un incremento del 10%. Le Ail Sa, ha continuato Bächtold, mirano a neutralizzare gli impatti a livello di margine operativo lordo cercando di contenerlo tra i 50 e i 60 milioni. Tali prospettive potrebbero mutare in maniera drastica nel caso di eventi straordinari.

Se fosse necessario attivare le opzioni per il gas azero, Ail dovrebbe far fronte a maggiori costi per 55 milioni. Se i fornitori non dovessero fornire il gas concordato, Ail dovrebbe far fronte a spese ulteriori per altri 46 milioni. Se il governo dovesse introdurre una tassa per il prelievo del gas stoccato, Ail dovrebbe far fronte a oneri supplementari di 10 milioni. Se ci dovesse essere un forte aumento di consumo di elettricità (in sostituzione del gas), Ail dovrebbe acquistare elettricità a prezzi spot, con un maggior onere di 10 milioni. Non solo. Nel caso in cui la produzione idroelettrica della Verzasca Sa dovesse essere analoga ai primi tre trimestri dell’anno, Ail dovrebbe far fronte ad altri nove milioni di spese. Tutte queste eventualità avrebbero un impatto tale, per cui sarebbe necessario adeguare ulteriormente le tariffe. In particolare quelle del gas.

Mendrisiotto, a Sud si tira un sospiro di sollievo

Corrado Noseda, direttore di Age Sa, si concede "una punta di orgoglio". Con il caro watt che gira in Ticino e nel resto del Paese, nel comprensorio del Basso Mendrisiotto tutto sommato va di lusso. "Per una volta – commenta – i chiassesi (e i territori convenzionati di Balerna, Morbio Inferiore e Vacallo, ndr) non sono rimasti svantaggiati, come capita quasi sempre". Tariffari 2023 alla mano, un rincaro per gli utenti locali ci sarà, ma contenuto. Dentro il perimetro dell’Azienda acqua, gas ed elettricità cittadina si parla di un centesimo al chilowattora in più, ovvero di una variazione di circa il 4,3 per cento. Detto in soldoni una economia familiare si ritroverà a spendere in media fra i 30 e i 50 franchi in più all’anno.

E sul versante di imprese e industrie? "Questi settori sono un capitolo a sé – ci fa capire Noseda –. Le piccole aziende sono rimaste, perlopiù, clienti a tariffa. Di conseguenza si misurano con gli stessi aumenti, di pochi punti percentuali. Le più grosse, a fronte della soglia dei 100mila chilowattora dei grandi consumatori, in buona parte hanno scelto il libero mercato. E per loro la stangata sarà sonora".

Resi noti dati e prezzi, ad Age è una buona giornata. Certo non si ha nulla per nulla. A questi numeri si è giunti grazie in particolare alla ‘politica degli acquisti’. L’Azienda adotta infatti una strategia previdente nell’approvvigionamento di energia. "Effettuiamo i nostri acquisti sino a tre anni di anticipo. In buona sostanza – ci spiega ancora Noseda –, il fabbisogno per il 2023 lo abbiamo coperto due anni fa, quando i prezzi erano ben più bassi".

E guardando al futuro prossimo? " Per il 2024 siamo molto ben messi. Anche se fra un anno dovremo annunciare ulteriori aumenti – anticipa il direttore di Age –, posso dire sin d’ora però che saranno contenuti. Del resto, un paio di anni fa avevo già messo in guardia che la ‘cuccagna’ non sarebbe durata".

Mendrisio, manca ancora la decisione

Detto del Basso Mendrisiotto, spostandosi nella parte alta del Distretto la tendenza dei costi dell’energia resta ancora da definire (o meglio da rendere pubblica). Le Aim, le Aziende municipalizzate della Città, non hanno ancora pubblicato il nuovo tariffario. In cerca di delucidazioni ci hanno confermato che il Municipio ratificherà i costi per il 2023 la settimana prossima.

Stabio, rincaro annuo di circa 200 franchi

Freccia verso l’alto anche a Stabio, dove, come fanno sapere le stesse Aziende municipalizzate (Ams), si registra "un aumento per alcune voci nelle differenti categorie". Esemplificando, per le economie domestiche il costo dell’energia passa dagli attuali 7,64 centesimi al chilowattora ai futuri 12,49. Le cause? Da ricondurre, si spiega nell’avviso, ai costi di esercizio della rete a monte, all’evoluzione del mercato elettrico e alle variazioni osservabili nei profili di carico dei vari gruppi di utenza. Secondo una stima il rincaro annuo per una famiglia si attesta attorno ai 200 franchi. Una cosa è sicura, la situazione sul mercato dell’energia si fa difficile.

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