Luganese

Lugano: passa la versione light del nuovo Regolamento sociale

Bocciato, seppur per poco, l’emendamento arrivato all’ultimo di Demis Fumasoli che chiedeva di inserire anche aiuti per i premi di cassa malati

In sintesi:
  • Il dibattito si trascina da quasi un anno, ma quanto approvato non è l'atteso aiuto tangibile al ceto medio auspicato da più parti
  • Centro, Socialisti e Verdi assai delusi di questo ‘compromesso’ . Preoccupano le cifre sulla povertà
(Ti-Press)
2 ottobre 2023
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Un «compromesso», un «passo intermedio», un «contentino». Dopo una dibattito che è diventato pubblico da quasi un anno, Lugano si è dotata di un nuovo Regolamento sulle prestazioni comunali in ambito sociale, che andrà a sostituire quello del 2007. Con poco entusiasmo e numerose critiche. Quella a essere stata adottata dal Consiglio Comunale (Cc) è infatti una versione che possiamo definire ‘light’, in quanto non solo lontano dall’essere un aiuto concreto per il ceto medio così come auspicato negli scorsi mesi da alcuni gruppi politici, ma anche perché non è nemmeno stato accolto un emendamento dell’ultima ora di Demis Fumasoli (Forum Alternativo) che chiedeva di contemplare anche un aiuto per i premi di cassa malati.

Un anno di dibattito

La decisione presa dal Cc è solo l’ultimo tassello di un dibattito che si trascina oramai circa da un anno, ossia da quando l’inflazione ha cominciato a farsi sentire. A fine 2022 Ps e Centro hanno proposto in un emendamento al Preventivo 2023 di inserire un aiuto concreto – cinque milioni da spendere una tantum – da destinare ai ceti medio e basso per far fronte al carovita. L’emendamento è stato poi bocciato, rinviando la discussione alla Commissione delle petizioni che era già all’opera sul Regolamento. E le nuove norme effettivamente introducono, in particolare, un aiuto che riguarda le spese energetiche per l’abitazione primaria. Un sostegno che, per sua natura, andrà ad alleviare unicamente i ceti più bassi. Motivo, questo, che ha portato alcuni commissari a firmare con riserva il rapporto.

‘Portati in un vicolo cieco’

«Le aspettative che avevamo purtroppo non si sono concretizzate – ha detto il capogruppo del Centro Lorenzo Beretta Piccoli –. Dopo che il sindaco ha affermato ‘non lasceremo indietro nessuno’, ci saremmo aspettati una proposta fattiva dall’esecutivo. Questo non è pervenuto. L’impressione è che l’esecutivo abbia portato il legislativo in un vicolo cieco. Questo è un contentino. Si taglia fuori dai beneficiari il ceto medio, che più di tutti soffre dei rincari. Non è un novità che il Regolamento non sarebbe stato lo strumento necessario, lo avevamo detto fin da subito. Speriamo che per il ceto medio si possano trovare altre forme di aiuto, a partire da un moltiplicatore d’imposta stabile». Perplessi anche i socialisti: «Per noi questo è un primo passo intermedio di un lungo percorso – per il capogruppo Carlo Zoppi –. Dalle statistiche emerge un aumento delle situazioni di disagio che non può essere sottovalutato».

‘Non può dare una risposta a tutto’

Fondamentalmente concordi anche i Verdi («è un cerotto» per Marisa Mengotti) e il gruppo misto di Ticino&Lavoro e Più Donne («è un primo passo» conferma Tamara Merlo). «Di nuovo questo regolamento ha ben poco, è un compromesso che non farà l’unanimità – ammette anche Laura Méar per il Plr –. Ci sono alcuni aspetti positivi, come l’aiuto concreto e mirato per le spese energetiche». «Non tutti i Comuni dispongono di questo strumento complementare agli aiuti cantonali e federali – ha puntualizzato da parte sua il capodicastero Socialità Lorenzo Quadri –. Il suo pregio sta proprio nella sussidiarietà e nella flessibilità. È solo un tassello nella politica del Municipio della lotta alla povertà. La povertà è un fenomeno complesso, questo Regolamento non può dare una risposta a tutto».

‘Cifre sulla povertà preoccupanti’

Il riferimento del municipale è in particolare relativo all’emendamento di Fumasoli: «C’è un problema di sussidiarietà. Non possono essere i Comuni a sostituirsi alle pecche della Lamal. Se passasse avrebbe un effetto dirompente». «Il desiderio era dare un aiuto e un segnale concreto a chi fa fatica ad arrivare alla fine del mese – la replica del consigliere comunale –. Vero che i premi vengono sussidiati a livello statale, ma la richiesta riguarda i casi in cui lo Stato non copre l’intero costo». «Qui non si tratta di sostituirsi a Cantone e Confederazione – l’aggiunta di Raoul Ghisletta (Ps), relatore del rapporto della Commissione petizioni –. Il Municipio ha detto che serve una mozione separata per trattare gli aiuti per i premi, pertanto questo per noi è solo un primo passo in un contesto di crisi molto difficile. Lo studio sulla povertà commissionato dalla Città riporta di un 5% di nuclei famigliari che non raggiunge il minimo vitale malgrado gli aiuti sociali. Sono cifre che preoccupano, soprattutto considerando che si riferiscono a dati del 2016».

Il legislativo si è dunque espresso sulle tre varianti del Regolamento: quella del Municipio, quella delle Petizioni e quella di Fumasoli. La differenza fra le prime due ruotava in particolar modo attorno a una diversa interpretazione di cure dentarie e odontoiatriche e al fatto che la versione municipale non riconosceva le spese per le prestazioni di cura e per l’assicurazione malattia obbligatoria. Delle tre varianti, la prima a decadere è stata quella di Fumasoli ma, a sorpresa, con uno scarto minimo rispetto alle altre due: 23 favorevoli, contro i 26 sì per il rapporto e i 24 per il Municipio. La votazione definitiva fra queste ultime due ha sancito una sconfitto per l’esecutivo: 28 sì alla proposta commissionale (Plr, Ps, Verdi e Gruppo misto) contro i 21 per quella municipale (Lega, Centro e Udc).

Il parco San Grato è della Città

In compenso, è una storia a lieto fine per il Municipio quella relativa al parco San Grato di Carona, che diventa di proprietà della Città. Il legislativo ha infatti dato luce verde all’unanimità al credito da 4,5 milioni di franchi per l’acquisto del parco e la ristrutturazione degli stabili esistenti. In sostanza, si tratta di siglare una convenzione fra Città ed ente turistico – attuale proprietario – che avvii la transazione, allo scopo di valorizzare il parco sia per i turisti sia per i locali. Nel dettaglio, si tratta di due spese distinte: 2,85 milioni per la compera vera e propria e 1,65 per i lavori necessari. Il relatore della Commissione della gestione Ferruccio Unternährer (Plr) ha ricordato «l’iter indubbiamente travagliato e tortuoso». Inizialmente infatti il prezzo di vendita era stato fissato a un valore più elevato e anche le condizioni relative alla manutenzione del sedime erano diverse. Dopo discussioni fra le parti, lo scorso giugno l’assemblea di Lugano Region ha approvato la compravendita alle condizioni, che prevedono che l’ente si occupi della manutenzione per due anni (invece di quattro) e che la Città paghi 300’000 franchi per queste prestazioni. «I prossimi anni saranno particolarmente impegnativi per la Città, che dovrà rilanciare il parco e le sue infrastrutture», l’aggiunta di Unternährer. «È un acquisto strategico. Assieme al progetto per la piscina di Carona, è un tassello molto importante per rendere il comparto di Carona molto più interessante per residenti e turisti» ha spiegato il vicesindaco Roberto Badaracco, rassicurando sul fatto che entro un anno arriverà un piano strategico di sviluppo del sedime.

Via libera all’ampliamento dell’Italiano

Nessun ostacolo particolare nemmeno sul messaggio per la variante di Piano regolatore relativa all’Ospedale Italiano, che permetterà sostanzialmente di ingrandire notevolmente il nosocomio di Viganello. Sul prato dove sorgeva il vecchio stabile della cucina sorgerà infatti un nuovo edificio, mentre quelli esistenti saranno livellati portandoli a cinque piani di altezza. Durante la seduta, infine, sono state ufficializzate due sostituzioni: Paolo Andreetti al posto di Eros Nicola Mellini per l’Udc e Laura Ferrario in sostituzione di Niccolò Castelli nelle fila dei Verdi.