Mendrisiotto

Con la cocaina dal Belgio a Marcetto, 53enne espulso

L’uomo ha trasportato e detenuto più di 3,5 chili con una purezza all’80%. Inflitta una pena di tre anni e nove mesi e otto anni di espulsione

Il valico di Novazzano dove il viaggio si è concluso
(Ti-Press/Archivio)
23 settembre 2022
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Sono oltre 3,5 i chilogrammi di cocaina che un 53enne cittadino olandese, residente in Belgio, ha tentato di esportare in Italia attraverso la dogana di Novazzano lo scorso 8 giugno. La droga, confezionata in tre pani e nascosta nel baule dell’auto che guidava, aveva una purezza tra l’80,8 e l’83,4%. L’uomo è stato condannato a scontare tre anni e nove mesi di carcere dalla Corte delle Assise criminali presieduta dal giudice Mauro Ermani. Ma non solo. Ne è stata disposta l’espulsione dalla Svizzera per otto anni.

L’uomo avrebbe agito in correità con altri due complici, trasportando la droga da Anversa fino a Basilea e con l’intenzione (rimasta tale) di esportarla fino a Milano. Il suo viaggio è però terminato al valico doganale di Novazzano-Marcetto. La Corte, con formula di rito abbreviato, ha accolto l’atto d’accusa proposto dalla procuratrice pubblica Chiara Buzzi, in accordo la legale del 53enne, l’avvocato Benedetta Noli.

Guida in stato di inettitudine e consumo

Sempre a giugno, tra il 6 e l’8, il 53enne è stato ritenuto colpevole di guida senza autorizzazione sul territorio elvetico, sebbene la patente gli fosse stata ritirata a tempo indeterminato nel 2017. A pesare sulla decisione di pena ci sono anche guida in stato di inettitudine e contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti. Infatti, l’uomo, reo confesso, avrebbe guidato sotto l’influsso di cocaina. Il dato curioso di questo reato è che il colpevole ha consumato 0,1 grammi e avrebbe consumato il resto della cocaina in suo possesso (un grammo) se non fosse stato sequestrato dalla Polizia cantonale.

L’uomo chiede perdono

«Desidero riprendere in mano la mia vita. So di non essermi comportato bene, e mi pento di ciò che ho fatto. Chiedo perdono», ha espresso oggi l’imputato dinnanzi alla Corte.

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