primo maggio

'All’arrembaggio per i nostri diritti!'

Grido di battaglia sulla parità salariale sancita dalla Costituzione dal 1981: obiettivo non raggiunto, uno "scandalo", per l'Uss. Dibattito Ocst con Vitta

(Ti-Press)
1 maggio 2018
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I giorni vissuti al debarcadero di Locarno hanno dimostrato ancora una volta che soltanto con l’unità è possibile non solo difendere i propri diritti ma conquistarne degli altri. È con questo spirito, riallacciandosi alla mobilitazione dei lavoratori della Navigazione lago Maggiore che "hanno resistito in uno sciopero esemplare che ha saputo mobilitare l’intera popolazione sulla questione dei diritti e del servizio pubblico", che l’Unione sindacale svizzera ha scelto quale luogo simbolo per il 1° maggio 2018 la città di Locarno e quale slogan «all’arrembaggio per i diritti!». 

I manifestanti si sono dati appuntamento alle 11 presso la stazione Ffs. Con le bandiere al vento, rosse dei sindicati Unia e Vpod ma anche di Syndicom, si sono avviati in marcia verso Debarcadero, Largo Zorzi e quindi in Piazza Grande. Alle 12.30 circa sono previsti interventi dei marinai ex Nlm e di altri ospiti, segue pranzo alle 13 e musica con: Raissa Avilés & Los Mex e Circo Abusivo. Alle 17 chiusura della manifestazione.

Sul piano nazionale il grido di battaglia è per la parità salariale tra uomini e donne - 'Salario uguale per un lavoro di uguale valore' - sancita dalla Costituzione federale dal 1981. Obiettivo non raggiunto, uno "scandalo" da denunciare scendendo in piazza, per i sindacati, secondo cui le donne continuano a guadagnare quasi il 20% in meno degli uomini. "Il Parlamento sta lavorando alla revisione della Legge sulla parità per imporre finalmente la parità salariale dopo decenni di attesa. I datori di lavoro e i loro alleati in Parlamento fanno grande resistenza. Respingono addirittura le timide proposte del Consiglio federale".

Il video Ti-Press

Nonostante il cielo plumbeo e una leggera pioggia, alcune migliaia di persone hanno preso parte a Zurigo al corteo del Primo maggio, partito alle 10.30 dalla Helvetiaplatz, nel quartiere della Langstrasse, e diretto alla piazza della Sechseläuten. La Festa del lavoro è dedicata quest’anno a livello nazionale all’uguaglianza salariale fra i sessi: un "tema urgente che occupa l’agenda politica da decenni", ha dichiarato prima della partenza del corteo Markus Bischoff (Lista alternativa) presidente della sezione zurighese dell’Unione sindacale e gran consigliere.

Sulla Sechseläutenplatz, vicino al lago e al Teatro dell’opera, è previsto l'intervento, tra gli altri, della presidente del sindacato Unia, Vania Alleva. Un’altra oratrice, invitata dal comitato zurighese del Primo maggio, è Nekane Txapartegi, che parlerà di solidarietà con i prigionieri politici: l’attivista basca è stata liberata lo scorso mese di settembre, dopo aver passato 17 mesi in prigione in Svizzera a causa di una richiesta di estradizione spagnola. Nella città sulla Limmat, il Primo maggio è accompagnato ogni anno da una grande festa popolare sui terreni della vecchia caserma, con la partecipazione di una sessantina di organizzazioni. I festeggiamenti, con diverse manifestazioni politiche e culturali, sono iniziati già nel fine settimana.

 

Dibattito Ocst con Christian Vitta

In occasione della Festa del lavoro, l’Ocst ha organizzato un confronto tra il Direttore del Dipartimento dell’economia e delle finanze Christian Vitta, il segretario cantonale Renato Ricciardi e i partecipanti all’incontro. Le lavoratrici e i lavoratori – si evidenzia nel comunicato diffuso – si trovano giorno per giorno confrontati con difficoltà e sfide alle quali è necessario dare una risposta anche politica. Dalla discussione è emersa una risoluzione che raccoglie le istanze del mondo del lavoro nei confronti del mondo politico. Il sindacato afferma di impegnarsi da quasi cento anni, e di volersi battere ancora per "lo sviluppo di un’economia che valorizzi il lavoro: un’economia che ponga al centro la persona, fondata sui principi di solidarietà e sussidiarietà e orientata al bene comune".

Per questo l’Ocst chiede alla politica di Impegnarsi per un’occupazione solida che dia sicurezza economica e sociale anche nel futuro, per sostenere quelle imprese che valorizzano i propri lavoratori, investono su di loro a lungo termine, creano occupazione e danno vita a reti di sviluppo nel territorio, si impegnano nell’ambito della formazione. L’Ocst chiede inoltre di sostenere in maniera decisa l’innovazione, valorizzando la creazione di nuove aziende, specialmente da parte dei giovani e delle donne, e di incoraggiare lo sviluppo delle aziende esistenti. L’innovazione modifica strutturalmente l’occupazione, ma la rende più solida a lungo termine. Chiede di sostenere gli investimenti per la formazione, perché possa mantenersi al passo sostenuto dell’innovazione, e di riconoscere maggiormente la riqualifica anche in età matura per evitare l’esclusione di chi perde il lavoro dopo i 45 anni.  

Altro slogan: Vigilare perché sia tutelata la salute psicofisica dei lavoratori, perché la flessibilità sia a misura di persona. Non è un’utopia secondo l'Ocst: una buona organizzazione del lavoro rispettosa della persona rende possibile coniugare flessibilità, produttività e qualità della vita. "La protezione della salute è un preciso dovere dei datori di lavoro". L’Ocst chiede quindi di rafforzare l’impegno nel senso della lotta agli abusi, della vigilanza e della sensibilizzazione sulle misure necessarie per preservare il benessere psicofisico dei lavoratori.  L’Ocst chiede infine di preservare il sistema della redistribuzione, evitando squilibri che alimentino la disuguaglianza. Chiede inoltre di impegnarsi e di creare incentivi affinché i grandi capitali vengano reinvestiti creando ricchezza per l’intera comunità.

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