Cantone

Foa, ora è un ‘caso’ ticinese

Interrogazione di Matteo Quadranti sui titoli e indipendenza del giornalista-docente all'Usi

21 agosto 2018
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C’è un ‘caso Foa’ anche in Svizzera. I riflettori li accende un’interrogazione presentata ieri da Matteo Quadranti, deputato liberale radicale, che parte da una riflessione generale, politica, per poi porre al governo alcune domande sul ruolo di Marcello Foa, giornalista, già amministratore delegato del Gruppo CdT, all’interno dell’Osservatorio europeo di giornalismo e più in generale dell’Università della Svizzera italiana (Usi).

Proposto dal governo Conte come presidente della Rai, Marcello Foa è oggi in attesa di conoscere il proprio futuro dopo la bocciatura della Commissione parlamentare di vigilanza. Nel frattempo di qua dalla frontiera, la politica s’interroga sulla qualità dell’informazione, il sovranismo (identità nazionalista) e l’indipendenza accademica. Detta altrimenti, il docente Marcello Foa è al suo posto all’Usi? E anche, chiede Quadranti, ha i titoli per l’insegnamento universitario? Ricordate le recenti vicende italiane sulla elezione della presidenza Rai, il granconsigliere Plr di Balerna arriva al dunque precisando che “Marcello Foa nel 2004 fonda con Stephan Russ-Mohl (professore) l’Osservatorio europeo del giornalismo presso la Facoltà di scienze della comunicazione dell’Università della Svizzera italiana, un istituto che si propone di promuovere tra l’altro la qualità del giornalismo e stabilire ponti tra l’editoria e il mondo accademico”. L’istituto, ricorda Quadranti, è stato diretto sin dalla fondazione dal professor Russ-Mohl, mentre Foa in questi anni ha mantenuto la carica di vicedirettore con incarichi prevalentemente strategici”. Di quali strategie si parli, però, non è dato sapere. “Pare tuttavia ch’egli [Foa, ndr] (...) non disponga di un titolo di professore universitario accreditato secondo gli usuali crismi, o meglio criteri riconosciuti dalle varie università elvetiche (titolo di dottore, numero di pubblicazioni scientifiche e citazioni delle fonti in riviste)”. Eppure Foa per diversi anni ha tenuto all’Usi corsi di giornalismo e comunicazione sia a livello di Bachelor, sia di Master e tutt’oggi insegna ‘Comunicazione e media nell’ambito delle relazioni internazionali’”. Orbene, come giudica il Consiglio di Stato tutto ciò? La presenza di Foa all’Osservatorio europeo di giornalismo “è giudicata sufficientemente indipendente?”. E ancora, chiede Quadranti, l’attività di Foa all’Usi “è stata oggetto di valutazione periodica da parte degli ispettori così come avviene per tutti i professori universitari in Svizzera e con quali risultati?”. La qualità dell’insegnamento all’Usi è tema caro a tutta la politica ticinese se è vero come è vero che il Gran Consiglio ha istituito una Commissione parlamentare di controllo che verifica l’attività Usi e Supsi in generale. «Non siamo a conoscenza del caso specifico, ma se emergeranno elementi importanti non posso escludere un interesse anche della commissione» dice a ‘laRegione’ Raoul Ghisletta, presidente. I commissari proprio in questo periodo stanno esaminando il rendiconto universitario 2016. E a proposito delle nomine dei docenti, Ghisletta ricorda che i candidati vengono sottoposti al preavviso delle commissioni specifiche, mentre la decisione finale spetta al Consiglio dell’università. «È un nodo da sciogliere. Servirebbe un nucleo di base» commenta il deputato socialista. A vantaggio della coerenza.

Contratto di Foa in scadenza a fine mese. Rinnovo in vista? 

Rappresenta un’anomalia, dal punto di vista dei requisiti, la presenza di Marcello Foa come professore universitario presso la facoltà di scienze della comunicazione? “Occorre specificare per i non addetti ai lavori che Marcello Foa non è un professore dell’Usi, ma ha con l’università un semplice contratto per una docenza”, si legge nella nota divulgata ieri dal servizio comunicazione e media dell’Università della Svizzera italiana. Dalle nostre verifiche abbiamo potuto appurare che Foa tiene un piccolo corso di 14 ore che dà soltanto un credito e mezzo. “Nel contesto accademico svizzero è del tutto normale e usuale che figure professionali possano insegnare come docenti a contratto”, prosegue il comunicato indicando che ci sono molti insegnanti e ricercatori all’Usi in queste condizioni. Alla luce della comunicazione ricevuta, la questione centrale sta dunque nel distinguere tra l’incarico di professore e quello di docente responsabile di un corso. Ciò che emerge dalla nostra indagine è che il docente, a differenza del professore, non deve per forza essere in possesso di un dottorato o avere un numero minimo di pubblicazioni scientifiche. Non esiste, tra l’altro, un’abilitazione all’insegnamento universitario per il docente di un corso. La motivazione per un incarico di questo tipo è legata alla competenza nella materia con l’obiettivo, da parte dell’università, di dare agli studenti l’occasione di non ricevere soltanto una formazione accademica, ma di avere anche un contatto diretto con i professionisti. Non risulta esserci alcuna intenzione da parte dell’Usi di ‘politicizzare’ la questione, evitando commenti rispetto all’opportunità o meno di avere Foa come membro dell’Osservatorio europeo di giornalismo, nonostante la sua vicinanza all’attuale governo italiano targato Lega-M5s. Sarà ancora docente all’Usi il prossimo anno? L’ex amministratore delegato Timedia (Cdt) è un docente ‘a contratto’, un rapporto di lavoro che scade alla fine di ogni anno scolastico. Dalle informazioni in nostro possesso le nomine dei docenti dei corsi minori spettano al Consiglio di ogni singola facoltà. Decisione, sul rinnovo o meno dell’incarico, che dovrà essere presa nelle prossime settimane.

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