Ticino

Il Guastafeste ‘tira i remi in barca’

L’iniziativa sulla legittima difesa in votazione il 26 settembre sarà l’ultima battaglia del movimento politico di Giorgio Ghiringhelli

Giorgio Ghiringhelli
(Ti–Press)
31 agosto 2021
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Dopo 25 anni di battaglie spericolate il Guastafeste tira i remi in barca’, comunica il fondatore del movimento politico Giorgio Ghiringhelli. L’iniziativa sulla legittima difesa in votazione il 26 settembre sarà infatti l’ultima lotta. Dalla sua creazione nel 1996, “non si contano più le battaglie lanciate dal Guastafeste a livello cantonale a difesa soprattutto dei diritti popolari e dei diritti dei cittadini”, ricorda Ghiringhelli in un comunicato. “Basti dire che in 25 anni il movimento ha speso la bellezza di 250mila franchi per le sue battaglie, fra cui sei iniziative popolari a livello cantonale (oltre a tre iniziative e due referendum a livello comunale), una dozzina di ricorsi al Tribunale federale, 22 petizioni al Gran Consiglio, circa 35 ricorsi – in gran parte vinti - su temi comunali e cantonali (in particolare per agevolare la raccolta di firme negli spazi pubblici)”.

‘È giunto il momento di chiudere’, o quasi

“Dopo un quarto di secolo particolarmente denso di logoranti battaglie politiche e giuridiche e contraddistinto da molti successi, è giunto anche per il Guastafeste il momento di tirare i remi in barca – scrive il fondatore del movimento–. Un po’ per motivi anagrafici (compirò 70 anni l’anno prossimo), ma soprattutto per motivi di salute, l’iniziativa sulla legittima difesa in votazione il prossimo 26 settembre sarà l’ultima lanciata dal Guastafeste a livello cantonale”.

Salute permettendo, Ghiringhelli afferma che continuerà comunque a battersi “contro l’islamizzazione della Svizzera e a denunciare con articoli i pericoli per la nostra società occidentale (in particolare per le donne) derivanti dalla diffusione del fascismo islamico e da un’incontrollata immigrazione di matrice soprattutto islamica che contribuisce ad accelerare il processo di colonizzazione islamica dell’Europa in corso da una cinquantina d’anni”. Inoltre non si fermerà l'organizzazione del premio nazionale ‘Swiss Stop Islamization Award’, destinato a “ricompensare ogni anno con duemila franchi ciascuno tre critici dell’islam nelle differenti regioni linguistiche”.

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