Culture

Roberto Badaracco: ‘Fabri Fibra canterà, vi spiego perché’

Del rapper accusato di omofobia e incitamento allo stupro, nel silenzio del mondo del rap, parla il vicesindaco al nome del Lac e della Città

A sinistra l’artista, a destra il vicesindaco
(Gulo/Ti-Press)
15 giugno 2022
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Fabri Fibra a Lugano si farà. Nel silenzio di rapper locali, esperti del settore, storici del rap, da noi interpellati senza avere risposte, nell’occasione sfumata dagli stessi per ribadire una volta per tutte o per l’ennesima volta la sacralità dell’arte, formulare un mea culpa o fornire una qualsiasi altra spiegazione (anche un ‘vaffa’), è la Città, e indirettamente il Lac, la sola a commentare le parole de Io l’8 ogni giorno, collettivo femminista che dal pomeriggio di lunedì chiede l’annullamento del concerto del rapper italiano in Piazza Luini. Le motivazioni sono nel comunicato stampa ufficiale e nelle parole di più militanti, raccolte su queste pagine nell’edizione di ieri. In sintesi – e riportando liriche di una certa crudezza estratte da alcuni brani del rapper – si chiede il foglio di via (artistico) a "un personaggio che da 20 anni costruisce la propria fama e profittabilità commerciale inneggiando pubblicamente all’odio e alla violenza contro le donne e le persone Lgbt". Se il mondo del rap glissa, Roberto Badaracco, che di Lugano è vicesindaco e del Lac è presidente, puntualizza.

Roberto Badaracco, vi chiedono di cancellare Fabri Fibra a Lugano…

Ho preso atto delle richieste che ci vengono fatte, ma il concerto viene mantenuto. Mi spiace che queste contestazioni sui contenuti dei testi arrivino soltanto ora, a concerto pronto, a biglietti venduti. Dico questo perché non si tratta di brani recenti. È innegabile che in passato Fabri Fibra si sia espresso decisamente oltre i limiti, come è vero che si sta parlando di canzoni che risalgono a dieci, quindici anni fa. Per quanto mi risulta, l’artista si è espresso sul fatto che la crudezza di molti suoi testi rappresentavano lo stato d’animo di un ragazzo di 16-18 anni. Oggi ci troviamo di fronte a un uomo che in Italia ha rivoluzionato un genere musicale, che ha dato una vera e propria svolta al rap. La vita è fatta anche di errori e cambiamenti.

Ha potuto visionare gli estratti dei brani di Fabri Fibra riportati nel comunicato del collettivo femminista?

Sì. Posso dire che siamo tutti a conoscenza del fatto che i contenuti del rap non siano paragonabili a quelli di altri generi musicali, che i testi si affidano a un linguaggio esplicito, provocatorio, e che è spesso lo specchio di una forma di disagio che è parte della cultura rap. È anche per questo motivo che il concerto non si svolgerà all’interno dal Lac. Ma la scelta di Piazza Luini si deve anche al desiderio di proporre uno spettacolo appositamente per i giovani, dando loro un luogo più adatto a quel tipo di musica e di concerto. Quanto ai contenuti dello spettacolo, abbiamo le rassicurazioni degli agenti dell’artista e degli organizzatori. Ci conforta che questo show, in cui viene presentato un nuovo disco che non mi risulta contenga nulla di omofobo od offensivo nei confronti delle donne, stia girando l’Italia, in Comuni e piazze. Con questo non voglio dire che gli episodi di cui si parla nel comunicato siano da dimenticare.

Unitamente alle accuse per l’invito a Fabri Fibra, dalle donne de Io l’8 ogni giorno ne arriva un’altra che parla di "gravi discriminazioni verso le moltissime artiste, musiciste, cantanti locali e internazionali che non state sistematicamente ignorate e sono sottorappresentate nei programmi dei principali festival". Cosa risponde?

È il passaggio che più mi infastidisce, perché la città di Lugano ha da sempre un occhio sensibile nel supportare ogni iniziativa di contrasto alla violenza sulle donne e in modo più esteso quella di genere. E da sempre si prodiga per una parità di proposte. Non solo per le estati culturali luganesi, ma per tutti gli eventi ci siamo prodigati affinché vi fosse un’equa presenza femminile e maschile. Una nuova iniziativa in questo senso, specificamente diretta al settore artistico femminile, sarà presto annunciata. Ma non voglio parlare di ‘più donne’ o ‘più uomini’, bensì di valori artistici conclamati, riconosciuti, per i quali non abbiamo mai fatto discriminazioni. Se dunque su Fabri Fibra è stato sollevato un problema vero, su quest’ultimo punto mi sento di dire che le accuse non hanno alcun fondamento, che si tratti di donne o mondo Lgbt. Insieme a Marco Borradori, non molto tempo fa, ho difeso coi denti il Gay Pride di Lugano da chi ci accusava di portare per le strade "uno spettacolo indegno".

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