Dalla politica alla musica. ‘Vladiland’ è l’esordio solista dell’ex parlamentare, attrice, scrittrice e personaggio tv, dal vivo a Bellinzona il 5 e 6 aprile
La prima traccia si chiama ‘Sono un uomo’, e si pensa alla furbata. E invece ‘Vladiland’ ha la rispettabilità di quanto esce dalla ‘Sauna’ di Varano Borghi (studio di registrazione in zona Varese) che fu e in qualche modo ancora è del compianto Andrea “Cajo” Cajelli. Il primo cd di Vladimir Luxuria, ex-politica italiana, attrice, scrittrice, e già cantante in tempi non sospetti, ha un produttore e un autore ticinesi, Claudio Cheulini e Gionata. Nove tracce tra il provocatorio e il riflessivo, ‘Vladiland’ sarà suonato live il 5 e 6 aprile da Luxuria – di seguito nell’intervista concessaci – con relativa band al Teatro Sociale di Bellinzona (www.ticketcorner.ch).
Dallo stesso teatro nel quale canterò ad aprile. Anni fa giravo con ‘Stasera ve le canto’, uno spettacolo di canzoni per voce e pianoforte. Proprio al Sociale lavorava Claudio Cheulini, che mi disse “Tu devi fare un disco”. Lo presi come complimento. E invece grazie a lui c’è un cd, nato dalla sua determinazione. Claudio ha trovato un autore, Gionata, che ha scritto brani su misura per me.
Che risate! Mi chiamano e mi dicono “Abbiamo una canzone per te”. E io “Ah si? E come si chiama?”. “Sono un uomo”. “Ma li mort… (espressione che irride i cari defunti, ndr). Ma come, ci ho messo una vita a convincere tutti a declinarmi al femminile e dovrei cantare ‘Sono un uomo’?
Non è denuncia sociale, è solo una presa in giro di quel maschio che ancora resiste, a metà tra l’Uomo di Neanderthal e “L’Uomo che non deve chiedere mai”…
… ma giuro che nessuno avrebbe mai pensato che un rispettabile giornalista potesse essere assimilabile all’uno al quale ci riferiamo…
E che ne so. È una prima assoluta. Ho una paura folle, mi sembra di salire su un palco per la prima volta...
No, però l’aspetto canterino è quello che meno si conosce. Nel 2000, al World Pride di Roma cantai una versione di ‘Nessuno mi può giudicare’, c’è un mio video vestita da drag queen. Poi ‘Come mi vuoi’ di Paolo Conte, da cui l’omonimo film con la Bellucci e Cassel. E ‘L’illusione’, con Giuni Russo, sull’album ‘Unusual’.
Leggera e profonda.
Non so come sia in Svizzera. In Italia la violenza sta diventando normalità. Bisogna combattere perché ogni volta si possa provare lo sdegno della prima volta.
Per il momento direi di sì. Ma uso il termine “socchiuso”, nel caso in cui, visto che sono ancora giovane, tra 10 anni rientrassi…
Appunto, se qualcuno un giorno mi dicesse “Ma come, non avevi chiuso?”, io potrò sempre dire “Hai capito male, avevo detto socchiuso”. Seriamente, lo slancio non si è esaurito, le mie convinzioni sono ancora quelle, partecipo a molte manifestazioni e dibattiti. Ma adesso preferisco comunicare con la mia terra, che è ‘Vladiland’.
Sì, vedo cambiamenti quasi antropologici, anche per colpa di un’eccessiva litigiosità della sinistra e una mancanza di unità. Però prometto che al Sociale non parlerò di politica. Non sarà un comizio, sarà un concerto.