Musica

Deep Arte, è tutta una questione di ‘Spazio’

È il titolo dell’album autoprodotto di Lisa, Max, Nic e Raffa, musica senza troppi calcoli (ben venga)

Lugano by night
10 ottobre 2021
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La Rsi li ha chiamati ‘Il gruppo misterioso’. Forse perché se gli chiedi il cognome non te lo dicono. E quindi Lisa (voce), Max (basso), Nic (batteria), Raffa (chitarre). Forse non sono i nuovi Måneskin e nemmeno vorrebbero esserlo, ma si farebbero fotografare nudi. «Sì, ma con i sessi invertiti col Photoshop» (Nic). Non saranno i nuovi Måneskin ma un eventuale mecenate della musica (anche detti “quelli che cacciano i soldi”) potrebbe investirci del denaro e lanciarli nel magico mondo della musica imprevedibile, che in quella leggerissima sono già in troppi. I Deep Arte, nome (d’arte) da interpretarsi come si vuole, si sono prodotti un disco chiamato ‘Spazio’, contro la noia da quattro quarti e stimolante quanto basta. Con l’omonima ‘Deep Arte’ quale prima dichiarazione d’intenti (“Voglio fare il diverso senza esser di parte”), e la seconda in ‘M I’, da leggersi come “Musica intelligente, quant’è efficiente, qui non si butta niente”. Lisa: «Sì, è un una canzone contro la musica senza sforzo, la mentalità dell’ottenere tanto con poco. Anche se è il brano che ci ha preso più tempo di tutti». “Che genere fai, cosa t’ispira quando scrivi, quanto tempo ci stai?”, cantano i Deep Arte in ‘Deep Arte’. «È la domanda che poniamo al pubblico», dice Nic. E che noi giriamo a lui: «Secondo me non esiste una barriera vera e propria tra un genere e l’altro, quindi puoi permetterti di farli tutti e nessuno». Raffa: «È un’estensione per continuità. La musica, in fatto di generi, è continua e non andrebbe etichettata e classificata troppo. La chiave sta nella transizione e nel saperla integrare».

‘Spazio’, in sintesi, è un piacevole ‘chi se ne frega’ collettivo. Nic: «Abbiamo fatto la stessa cosa con i social. Lo scorso anno ci avevano criticati dopo un’intervista in cui ci definivamo una band contro i social. Volevamo riuscire a farci conoscere porta a porta, più alla Beatles che alla Sfera Ebbasta. Poi ci siamo consultati, abbiamo deciso di aprire i canali social, ma in un modo per il quale non dovessimo discolparci per quel che avevamo detto. Abbiamo creato un fumetto in cui spieghiamo la nostra idea. Abbiamo una decina di follower che lo guardano, ma ci mettiamo un sacco di ore per farlo». Due anni per sfornare ‘Spazio’, prodotto fatto in casa «partendo da Garageband per poi sostituire gli strumenti virtuali con quelli veri». Mix e mastering all’Heaven Studio di Massagno e poi fuori a suonare dal vivo, compresi i chilometri da farsi: «Mi sono fatto un viaggio di cinque ore da Losanna per il concerto di stasera, per amore della musica son cose che si fanno» (era il concerto di venerdì scorso; venerdì 15 ottobre ce n’è un altro all’Oops di Lugano). Nic: «A inizio estate avremmo fatto volentieri almeno un live, visto il Covid. Siamo al nono, puntiamo a un concerto settimana».

A proposito di musica intelligente: e se venisse un’etichetta grossa e vi chiedesse una bella canzone d’amore? Raffa: «La facciamo, a modo nostro ma la facciamo. È uno stile comunque, e ci sono moltissime belle canzoni d’amore». Nic: «Tanto prima o poi bisogna fare anche quella. Probabilmente farebbe ridere. Invece di parlare delle rose, si potrebbe parlare dell’alito pesante al mattino, per esempio. Anche in modo poetico». Dani: «Un po’ alla Elio e le Storie Tese, insomma». Li ascoltate? Nic: «Li adoriamo. Quest’estate abbiamo conosciuto Christian Mayer, gli abbiamo mandato il disco ma non ci ha risposto. Ne avrà lì una fila…».

Che intenzione avete, Deep Arte? Raffa: «Nell’immediato, curare un po’ più il lato sintetizzatori. A proposito, stiamo proprio cercando un tastierista, che non si trova». E allora chiudiamo così, con l’annuncio in bacheca. Di seguito, le caratteristiche richieste: «Deve impegnarsi, venire alle prove, possibilmente di bell’aspetto, disposto a fare cose che non gli piacciono».

p.s. se volete sapere se il Messico esiste ancora, la risposta è sui social.

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