Teatro Sociale

‘Volar cantando’, Rossana Taddei alle radici del suo folklore

Sabato 22 gennaio il nuovo spettacolo, celebrazione dei 15 anni di sodalizio con Gustavo Etchenique e momento di riscoperta di nuovi classici

‘A volte le parole, o anche lo spirito della musica, ti portano un messaggio, ti danno una risposta’
20 gennaio 2022
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«Quante cose sono cambiate. È cambiato il mondo. Eccoci qua». Ritroviamo Rossana Taddei su queste pagine dopo un po’ di tempo. Tra 2020 e 2021, si ricordano al massimo i mesi, non certo i giorni e le ore. «Quando la pandemia è arrivata sono rimasta in Uruguay tutto marzo e aprile. Credo di essere rientrata in Svizzera a maggio. O forse era agosto». Con tutto il beneficio d’inventario, andiamo subito a ‘Volar cantando’, al Teatro Sociale sabato 22 gennaio alle 20.45, spettacolo tutto nuovo che celebra i quindici anni di Minimalmambo, sodalizio con il batterista e percussionista Gustavo Etchenique, grande nome della scena musicale uruguaiana. Sul palco, anche il virtuoso della fisarmonica Flaviano Braga. «È tanti anni che io e Gustavo suoniamo insieme a lui in altre situazioni, ma il primo concerto con Flaviano ospite».

La luna in prigionia

In ‘Volar cantando’, Taddei racconta i suoi dischi, attinge a musica e poesie di autori latini e ticinesi, recupera nuovi classici del folklore latino-americano e del Rio de la Plata: «Ho scelto un repertorio con il quale riuscire a passeggiare tra un album e l’altro unendo, a quelle da me scritte, canzoni mai eseguite in pubblico, venutemi in mente in modo abbastanza intuitivo e spontaneo in quei mesi di quarantena. È un tornare alle mie radici del folklore, sono canzoni ritrovate durante la giornata, camminando in un bosco, o semplicemente preparando il pranzo, quelle occasioni in cui cominci a cantare qualcosa che è parte della tua memoria». Sono le canzoni che si ascoltano e pure quelle che non si ascoltano da una vita, ma talmente ‘potenti’ che non se ne vanno mai: «A volte le parole, o anche lo spirito della musica, ti portano un messaggio, ti forniscono una risposta. È il modo intuitivo che abbiamo noi esseri umani di collegarci con quell’archivio che ci portiamo dietro, la capacità di collegare una sensazione a una musica, un profumo a una melodia e viceversa». Un esempio? «‘Luna cautiva’, per fare un titolo, canzone del folklore argentino che ho scoperto nella versione di Jorge Cafrune, che amo moltissimo, ma composta, l’ho scoperto in seguito, da Chango Rodríguez, che la scrisse durante un periodo di prigionia, tra l’altro per una colpa non sua. Non è un caso che nel mio caso l’ascolto sia avvenuto in un momento in cui eravamo tutti reclusi. Rodríguez conversava con la luna e allo stesso tempo la moglie, che veniva a fargli visita ogni sera».

In Uruguay è estate

Quando la pandemia ha fatto capolino nel mondo, si diceva all’inizio, Rossana si trovava ancora dall’altra parte del pianeta: «Era il marzo del 2020 e con la mia band uruguaiana stavo vivendo il momento clou della promozione di un grande concerto fissato per il 19 di marzo al Teatro Solis di Montevideo. Sei giorni prima di suonare, il 13 marzo, l’Uruguay ha chiuso e gli spettacoli si sono fermati. Oggi sono felice: il 10 marzo recupereremo quel concerto che non c’è mai stato». Seminate intorno al Teatro Solis, una manciata di concerti uruguaiani tra marzo ad aprile: «I musicisti del posto la vivono come la viviamo qui. Ora in Uruguay è estate; prima che facesse la sua comparsa Omicron tutto si svolgeva nella normalità. Adesso la preoccupazione è tornata, come qui. Ma credo, spero, che vada tutto per il meglio».

Una volta in Uruguay, Rossana Taddei tornerà nel suo studio di riferimento per registrare le canzoni nuove, scritte in questo periodo: «Non so se sarà un disco fisico, ma certamente inizierò a diffondere musica online, cosa un po’ diversa dal solito ma comunque bella. Mi piacerebbe che l’album contenesse anche le canzoni popolari portate al Sociale. Potrebbe uscire qualcosa di simile a ‘Semillas’», disco del 2016 nel quale sono raccolte le sue personali versioni di brani del folklore latino-americano, riviste con occhi a volte jazzistici, a volte rock. Ma tra qui e un ‘Semillas 2’ ci sono di mezzo i brani inediti: «Mentre io scrivo musica accadono cose, delle quali ho sempre tenuto conto. Molto dipenderà dagli arrangiamenti, e molto anche dall’incontro con i musicisti, la possibilità di gestire la musica in modo collettivo, una modalità dalla quale arrivano bellissime idee, cosa assai difficile da farsi negli ultimi tempi, per ovvi motivi».

La batteria melodica

Minimalmambo è un duo nato quindici anni fa per puro caso. Con il resto della band in altre faccende affaccendata «come spesso accade ai musicisti», Rossana e Gustavo si ritrovano di fronte a un “E adesso che si fa?”. «Il nostro primo concerto in due fu a Montevideo, in un posto molto bello, una fiera di libri che oggi si chiama Ideas Más, ma che prima era la Feria del libro, al Parque Rodó di Motevideo». Ogni sera, in dicembre, per quindici giorni, un palco si fa strada tra i libri, per chi vuole ascoltare: «Abbiamo adattato tutto il repertorio suonato con la band a una soluzione batteria-chitarra-voce, selezionando quei brani suonabili in situazione atipica, cercando di capire come ricreare una proposta armoniosa e musicalmente ricca con tre soli elementi. Poco a poco abbiamo creato questo modo di suonare in cui la batteria lo fa in forma quasi melodica e voce e chitarra cercano di ricreare gli altri strumenti».

Serata meravigliosa, quella di quindici anni fa: «Ci siamo detti che avremmo potuto suonare sempre in quel modo, quando non vi fosse stata la band. E in questa situazione abbiamo suonato moltissimo, girando tanto non solo il Sudamerica». Un posto a caso nel mondo? «Il Texas, al SXSW Festival, per esempio», il South by Southwest di Austin, festival musicale e cinematografico che si tiene dal 1987, ogni primavera. «Ma i posti sono stati tanti e qui andremmo per le lunghe...». Il resto del racconto è a teatro (www.rossanataddei.com).

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