La Russia torna sui mercati finanziari internazionali e lo fa annunciando un’emissione di bond – in euro – pari a 3 miliardi. A darne notizia è stato il ministro delle Finanze in persona Anton Siluanov, che si è detto "fiducioso" di riuscire a piazzare le obbligazioni "in una sola tranche". E tutto nonostante l’implicita opposizione degli Usa.
Le autorità americane – stando al Wall Street Journal – hanno infatti raccomandato ad alcune delle maggiori banche Usa di astenersi dal comprare i bond russi. Siluanov ha dunque espressamente chiarito che la richiesta di prestito – perché di questo si tratta – andrà avanti sia che le banche americane "vogliano offrire i loro servizi o meno". L’invito è stato recapitato a 28 grandi istituti finanziari, compresi tre russi, e secondo il ministro "circa la metà hanno risposto positivamente e sono pronti a partecipare al piazzamento dei nostri bond".
Per comprendere pienamente la portata dell’operazione resta da capire quale sarà il premio di maturazione richiesto, ovvero quale fattore di rischio il mercato è disposto ad accettare per prestare soldi alla Russia in una fase in cui le sanzioni non sono ancora state revocate e l’erario è sotto forte pressione a causa del crollo dei prezzi delle materie prime; ma proprio la crisi dell’oro nero ha spinto Mosca – su impulso della banca centrale – a tentare la via dei mercati piuttosto che attingere ai fondi di riserva nazionali per far quadrare il bilancio pubblico. Che pure sta subendo pesanti aggiustamenti proprio a causa della spending review anti-crisi.
Il budget russo per il 2016 era basato infatti su un prezzo medio del greggio di 50 dollari al barile, soglia ormai ben lontana dagli attuali valori dell’oro.