Economia

Petrolio: l'Opec decide un taglio (il primo in 8 anni) della produzione e il prezzo mette le ali

Il ministro dell'energia degli Emirati Arabi Uniti Suhail Al Mazroui, arriva al meeting dell'Opec
29 settembre 2016
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L’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (Opec) durante il meeting informale di tre giorni che si svolge ad Algeri, ha trovato un difficile accordo per il taglio delle quote di produzione e il prezzo del petrolio mette le ali, tornando sopra quota 47 dollari e segnando in pochi minuti un guadagno di oltre il 6%.

Il vertice informale di Algeri, dove per tre giorni i principali Paesi produttori si sono confrontati alla ricerca di un’intesa che non scontentasse nessuno, in particolare i due ’avversari’ Arabia Saudita e Iran, si è concluso con la decisione di far scendere il tetto della produzione dai 33,2 milioni di barili del mese scorso a 32,5 milioni di barili. Si tratterebbe del primo taglio della produzione in otto anni. 

Manca ancora l’ufficialità e l’intesa potrebbe essere ratificata il 30 novembre a Vienna, ma i mercati sono apparsi convinti che ormai la quadra sia stata trovata. A pagare il conto più salato, secondo la proposta presentata dall’Algeria, dovrebbe essere il colosso saudita, principale fautore della politica di prezzi bassi di questi anni, che vedrà la produzione scendere di circa 400’000 barili, seguito da Emirati Arabi (circa 150’000 barili in meno) e Iraq (circa 130’000 in meno). Libia e Nigeria conserverebbero le quote attuali, mentre l’Iran, il più resistente all’idea di congelare la produzione con l’obiettivo di tornare ai livelli pre-embargo, verrebbe in sostanza accontentato con un piccolo incremento, pari a circa 50’000 barili al giorno. (Ats)

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