Speciale Economia

È tutto oro quel che luccica?

L’oro è sempre stato molto ambito. Il metallo prezioso veniva lavorato già nel 4600 a.C. Per molto tempo, l’oro è stato anche la spina dorsale del sistema monetario mondiale. Durante il periodo del sistema aureo, la valuta doveva essere emessa sotto forma di monete d’oro o di banconote, per le quali doveva essere depositato in oro il valore corrispondente. Oggi il metallo prezioso non è più rilevante nel sistema monetario e la domanda è guidata principalmente dall’industria dei gioielli, dagli investitori e dalle banche centrali. Nel contesto degli investimenti, l’oro viene spesso aggiunto ai portafogli come protezione contro inflazione e crisi. Nel disastroso anno d’investimento 2022, è stato una delle poche classi d’investimento a registrare guadagni al netto dell’effetto di cambio.
Anche se da inizio febbraio il valore dell’oro ha perso un buon 6%, in termini di ciclo economico l’attuale fase di stagflazione dovrebbe essere favorevole al metallo giallo che potrebbe quindi continuare a brillare anche nel 2023. L’oro è un metallo prezioso, ma può essere considerato anche una «valuta».
Da quest’ultima prospettiva, molti elementi suggeriscono che l’oro dovrebbe rivalutarsi costantemente rispetto alle valute principali quali dollaro americano, sterlina ed euro. Lo dimostra chiaramente il volume di estrazione globale che cresce di poco meno del 3% all’anno.
Inoltre, le riserve auree sono limitate. I maggiori produttori di oro sono Cina, Russia, Australia, Canada e Stati Uniti.
Le banconote possono essere stampate di fatto senza limiti e quindi in modo inflazionistico, la scarsità gioca chiaramente a favore dell’oro.
La Banca Raiffeisen è a vostra disposizione per una consulenza in merito e vi assiste in qualsiasi decisione in ambito di investimenti.

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