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Como, entro la settimana apre il dormitorio di via Borgovico

Iniziati i lavori di sanificazione della ex caserma dei carabinieri che, fino al 30 aprile 2021, ospiterà una cinquantina di clochard e migranti

archivio Ti-Press
9 novembre 2020
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È iniziata la sanificazione dei locali dell'ex caserma dei carabinieri di via Borgovico che, messa a disposizione dell'Amministrazione provinciale di Como, entro la settimana e sino al prossimo 30 aprile ospiterà una cinquantina di clochard e migranti. La gestione del dormitorio è stata affidata ai Padri Somaschi, ma per tenerlo aperto durante il progetto ‘Emergenza freddo’ serviranno diverse decine di volontari. Gli anni scorsi non è mai stato un problema mobilitare il terzo settore comasco, che fa riferimento alla Rete per la grave marginalità, ma quest’anno Covid e lockdown potrebbero complicare le cose. L'Amministrazione provinciale ha già provveduto a far riallacciare le utenze, luce e acqua, che saranno a carico di Villa Saporiti.

Un nuovo dormitorio, seppure temporaneo, che nasce in mezzo a tanti distinguo e aperta ostilità, non solo da parte della Lega che ha mobilitato i suoi onorevoli lamentandosi nei giorni scorsi anche con il nuovo prefetto di Como, il cui torto agli occhi dei leghisti è stato quello di sollecitare attenzione nei confronti degli ultimi. Contro il centro di accoglienza di ‘Emergenza freddo’ in via Borgovico si sono schierati anche i residenti, che hanno raccolto oltre 300 firme, e la lista Rapinese che ha organizzato una petizione online. Confermato dalla Caritas diocesana l'apertura nei primi giorni di dicembre del dormitorio, per 20 senza tetto, nel locali della parrocchia di San Rocco, all'esterno della quale lo scorso 15 settembre, è stato ucciso don Roberto Malgesini.

Il dormitorio di via Borgovico, così come quello di San Rocco, va ad aggiungersi a quelli già presenti a Como, come quello di via Napoleona, che fa dire a Roberto Bernasconi, direttore della Caritas diocesana: “In questi giorni il mio pensiero va ai dieci anni di vita del dormitorio di via Napoleona, legato al ricordo di don Renzo Beretta (parroco di Ponte Chiasso, ucciso nel 1999 da un migrante, ndr) –. Dalla sua vita, dal suo esempio, dalla sua grande disponibilità ad accogliere persone che avevano bisogno di un riparo, è infatti nata in città la volontà di rendere stabile e organizzato questo servizio per i senza dimora della convalle. In questi dieci lunghi anni il dormitorio di via Napoleona ha permesso a oltre duemila persone di avere un luogo dignitoso in cui trascorrere la notte. E, d’altro canto, questo servizio è stato anche un’importante occasione per operatori qualificati e decine di volontari, quasi 200, per mettersi in gioco e donare il loro tempo in modo costante e la loro competenza a favore di queste persone bisognose”.

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