Ricordando Borsellino a 25 anni dall'attentato

Era il 19 luglio del 1992. Sono trascorsi 25 anni da quando, quel giorno, un’autobomba esplose in via Mariano D’Amelio a Palermo uccidendo il procuratore aggiunto Paolo Borsellino e cinque agenti della polizia di Stato che lo scortavano. E a distanza di un quarto di secolo ancora non si conosce tutta la verità. Nel corso della giornata per sottolineare l'anniversario si susseguiranno diverse manifestazioni. Anche la commissione Antimafia guidata da Rosi Bindi sarà a Palermo e  ascolterà le testimonianze del superstite della strage, Antonio Vullo, e della figlia del giudice, Fiammetta. Per tutta la giornata si alterneranno dibattiti e iniziative organizzati dall’associazione Agende rosse per ricordare il magistrato, fino alla fiaccolata di questa sera che attraverserà la città.

Come riferito dall'Ansa, la presidente della Camera italiana Boldrini ha voluto ricordare lo "sdegno e commozione" suscitati dalla strage di Via D'Amelio, avvenuta a
soli 57 giorni dalla strage di Capaci. "Per avere successo
contro la mafia – ha richiamato Boldrini – occorre che nei cittadini, soprattutto nei più giovani, si radichi la cultura della legalità e della integrità e il rifiuto della logica del ricatto e del malaffare. Sta anzitutto a noi esortare le giovani generazioni a non disperdere nell'indifferenza o nella superficialità questo insegnamento".

Dal canto suo, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha tenuto a far presente come "Paolo Borsellino ha combattuto la mafia con la determinazione di chi sa che la mafia non è un male ineluttabile ma un fenomeno criminale che può essere sconfitto”.

Nel frattempo, proprio in queste ore, un blitz di polizia e Guardia di finanza effettuato nel quartiere di Brancaccio a Palermo ha permesso di smantellare un intero clan. Trentaquattro le persone finite in manette.