Continua il botta e risposta fra Mosca e Kiev nel giorno dei funerali della figlia dell’ultranazionalista Alexander Dugina, morta in un attentato
La Russia non avrà "nessuna pietà" per chi ha progettato, ordinato ed eseguito l’attentato (un autobomba) capace di uccidere Darya Dugina, la figlia dell’ultranazionalista Alexander. È quanto affermato dal ministro degli esteri bolscevica Sergei Lavorv durante una conferenza stampa tenutasi a Mosca proprio nel giorno della funzione commemorativa della donna. Un ultimo saluto a cui hanno partecipato centinaia di persone: molti hanno voluto portare un mazzo di fiori nel Centro televisivo Ostankino, dove il ritratto della giovane in bianco e nero è stato esposto su una bara aperta. "Non aveva paura – ha commentato il padre, seduto di fianco alla moglie –. Le ultime parole che mi ha detto sono state: ‘Mi sento un guerriere, un eroina. Voglio diventarlo, non aspiro ad un’altra sorte. Voglio essere con il mio popolo, con il mio Paese’. Ed è proprio morta per il popolo, per la Russia, al fronte". Ieri il presidente russo ha firmato un decreto sull’assegnazione postuma dell’Ordine del Coraggio a Dugina.
Ma neppure oggi, nel giorno della cerimonia funebre, si è placato il botta e risposta fra Mosca e Kiev sul mandante dell’attentato. Secondo i servizi segreti russi, infatti, a realizzare l’autobomba è stata un’agente ucraina, arrivata in Russia a fine luglio e poi fuggita in Estonia (che, tuttavia, rispedisce al mittente qualsiasi provocazione), e il vero obiettivo era il padre. Il governo ucraino smentisce però le accuse e nega ogni responsabilità: l’uccisione di Darya Dugina è stata una "esecuzione perpetrata dai servizi segreti russi e l’Ucraina non ha nulla a che fare. Il sostegno alla guerra sta calando in Russia e il Cremlino ha bisogno di una mobilitazione sociale: per questo stanno pianificando una serie di atti terroristici nelle città russe, con tante vittime civili. Dugina è stata solo la prima. L’Ucraina, a differenza della Russia, non è in guerra con i civili", ha dal canto suo replicato Oleksii Danilov, segretario del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale dell’Ucraina, citato dal giornale Ukrainska Pravda.