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No all’iniziativa ‘Per un freno ai costi’

Che i costi nella sanità siano in aumento è indubbio. Così come è indubbio che occorre porre degli obiettivi di costo per le prestazioni di base. La domanda che dobbiamo porci è come vogliamo raggiungere questo obiettivo. L’iniziativa del Centro “Per un freno ai costi” propone un rigido meccanismo vincolante secondo il quale la spesa non può superare di 1,2 volte l’aumento dei salari nominali. Questo vincolo non prende in considerazione importanti aspetti come l’evoluzione demografica, l’invecchiamento della popolazione, il progresso medico-tecnico e i potenziali di miglioramento dell’efficienza. L’iniziativa vuole iscrivere nella Costituzione che la spesa sanitaria di base per le prestazioni coperte dalla LAMal deve andare di pari passo con l’andamento dei salari nominali. Questo meccanismo è estremamente rigido e molto problematico. Nel 2021, nel mezzo della pandemia, sempre secondo questo meccanismo automatico, la spesa sanitaria sarebbe addirittura dovuta diminuire.

Non possiamo permetterci di fissare un tale tetto ai costi che mina le basi del nostro sistema sanitario. La bocciatura dell’iniziativa è importante per salvaguardare le basi della nostra sanità di qualità. Solamente un no permetterà di far entrare in vigore un controprogetto sostenuto dal Parlamento e dal Consiglio federale che introduce obiettivi di costo per la spesa sanitaria, lasciando margine ai Cantoni e che tengono in considerazioni importanti fattori come l’evoluzione demografica e i progressi medico-tecnici. Una bocciatura dell’iniziativa permetterà di introdurre questo controprogetto sensato e sostenibile per il sistema sanitario svizzero.

L’iniziativa introduce un rigido vincolo all’aumento della spesa sanitaria, mettendo un limite alle prestazioni coperte dall’assicurazione malattia una volta raggiunto il tetto definito dall’aumento dei salari. Concretamente l’iniziativa non riduce i costi ma limita il finanziamento della sanità di base: si tratta di una limitazione delle prestazioni di base. Questo purtroppo è l’inizio di una medicina a due velocità e solo chi potrà permetterselo potrà farsi curare.

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