In vista del voto

Perché voterò Lombardi e Merlini

L’esperienza che ho potuto fare sin qui negli ultimi otto anni alle Camere federali mi ha permesso di comprendere sino in fondo che le decisioni più importanti per la Svizzera e la sua popolazione sono davvero prese a Berna. Anche la politica cantonale è influenzata in modo importante da quanto viene discusso e deciso a livello della politica federale. Se la Svizzera ancora oggi è uno dei paesi più ricchi e influenti al mondo non lo dobbiamo solo all’operosità dei suoi cittadini e degli imprenditori, ma anche a un sistema di democrazia diretta e un modo di concepire la discussione e le decisioni politiche secondo il principio della concordanza e anche della ragionevolezza. Oggi sembra essere diventato un discorso non più attuale e poco popolare, ma in realtà la storia ci insegna – e non ho ragione di dubitare che sarà così anche in futuro – che i problemi da risolvere vanno approfonditi seriamente e dunque con competenza, che occorre certamente battersi per le proprie idee e convinzioni, ma alla fine bisogna pure essere capaci di trovare insieme le soluzioni migliori per il Paese e i suoi cittadini.

L’elezione di ballottaggio per l’elezione dei due rappresentanti del Ticino al Consiglio degli Stati il prossimo 17 novembre, da questo punto di vista rappresenta un vero e proprio spartiacque. In questi primi otto anni in Consiglio nazionale a Berna ho potuto constatare a diverse riprese come i due estremi dell’arena politica a destra e a sinistra, per interessi contrapposti sono in fin dei conti arrivati a votare nella medesima maniera, bloccando riforme – ad esempio nell’ambito delle assicurazioni sociali o della politica sanitaria – che sono nell’interesse di tutti i cittadini. Questi interessi, sia ben chiaro, non possono essere confinati alla sola e pur importante politica di relazioni della Svizzera con l’Unione europea. Vi sono molti altri temi, oltre a quelli appena citati, che stanno a cuore alle ticinesi e ai ticinesi, ad esempio la mobilità e l’ambiente, ma anche la formazione professionale di fronte alle sfide portate dalle nuove tecnologie.

Siamo a Berna – lo si ripete sovente – per fare gli interessi del Ticino e dei ticinesi. Ma cosa significa questo? Significa forse fare politica con sparate ad effetto e proposte mirabolanti che sovente finiscono nel nulla poiché estreme o addirittura inapplicabili, oppure portare soluzioni in maniera pragmatica, magari meno appariscente, ma sicuramente molto più concreta? Potete immaginare quale sia la mia risposta.

Personalmente non ho dubbi che Filippo Lombardi e Giovanni Merlini, che fra l’altro – a differenza di Marina Carobbio e Marco Chiesa – hanno scelto di presentarsi solo per il Consiglio degli Stati senza godere del paracadute dell’elezione al Consiglio nazionale, sono i candidati che meglio incarnano i valori in cui io, e con me anche molti ticinesi, si riconoscono.

Per il Ticino è di vitale importanza poter contare alla Camera alta su due tenori della politica che possano lavorare in sintonia per trovare soluzioni nell’interesse del nostro Cantone, facendo valere nei rispettivi gruppi Ppd e Plr, che agli Stati saranno verosimilmente ancora i più importanti, quella credibilità necessaria per ottenere risultati concreti.

Da imprenditore posso solo dire che con Filippo Lombardi e Giovanni Merlini avremo a Berna dei rappresentanti preparati, equilibrati, pragmatici e non da ultimo ascoltati. La loro carriera professionale e politica è lì a testimoniarlo e queste sono le caratteristiche che devono a mio avviso avere i deputati che siedono al Consiglio degli Stati, dove si lavora alla ricerca delle soluzioni rifuggendo il populismo di destra e di sinistra spesso fatto di slogan gridati e inconcludenti. Per questo voterò con convinzione a favore del ticket Lombardi-Merlini e invito tutte le persone che hanno a cuore questi valori tipicamente svizzeri a fare altrettanto.

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