Commento

La lezione di Giosuè

19 agosto 2017
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L’unico che ha saputo scherzarci su, facendoci infinitamente riflettere, è stato Roberto Benigni in ‘La vita è bella’ nel famoso dialogo col piccolo Giosuè. Ricordate quando il bimbo chiede al padre, leggendo un avviso affisso alla vetrina di un negozio: “Perché i cani e gli ebrei non possono entrare babbo?”. E padre Guido spiega: “Eh, loro gli ebrei e i cani non ce li vogliono. Eh, ognuno fa quello che gli pare, Giosuè, eh. Là c’è un negozio, là c’è una ferramenta no. Loro per esempio non fanno entrare gli spagnoli e i cavalli eh, eh... e coso là, c’è un farmacista no: ieri ero con un mio amico, un cinese che c’ha un canguro, dico ‘Si può entrare?’, dice ‘No, qui i cinesi e i canguri non ce li vogliamo’. Eh, gli sono antipatici oh, che ti devo dire oh?!

Giosuè, rilancia: “Ma noi in libreria facciamo entrare tutti”.

E il padre risponde: “No, da domani ce lo scriviamo anche noi, guarda! Chi ti è antipatico a te?”.

Giosuè: “I ragni. E a te?”.

Guido: “A me... i visigoti! E da domani ce lo scriviamo: ‘Vietato l’ingresso ai ragni e ai visigoti’. Oh! E mi hanno rotto le scatole ’sti visigoti, basta eh!”.

Se ricordiamo questo magistrale passaggio cinematografico, è perché in questo agosto di discutibilissimi divieti/cartelli affissi ne abbiamo purtroppo già incrociati un paio. E non si è trattato dell’ingresso a un negozio di ferramenta!

A inizio mese è scoppiata la polemica per il divieto (sancito in un regolamento vero e proprio) rivolto a disabili e autistici di poter frequentare la Scuola svizzera di Milano! Una scuola, palestra di formazione e di cultura, come la biblioteca ricordata da Giosuè! Che bisogno c’era di puntare il dito su disabili e autistici, mentre sarebbe bastato indicare che la frequenza a quell’istituto, a causa delle lezioni in tedesco, è particolarmente impegnativa… Poi ciascun potenziale studente utente sarebbe in grado di fare le proprie valutazioni, di provare e caso mai rinunciare. Quanto successo è semplicemente inammissibile! A spiegare la sbandata ai funzionari dirigenti dell’istituto e a gettare acqua sul fuoco è dovuta persino scomodarsi Berna.

Caso isolato? Nossignori, l’Hotel Paradies di Arosa ha fatto forse peggio (sempre che si possa fare una graduatoria) indicando esplicitamente su un cartello affisso all’entrata della piscina che i signori clienti ebrei sono pregati di farsi una doccia prima di entrare in piscina, perché – hanno tentato di giustificarsi – taluni di loro (ortodossi) entravano in acqua con la maglietta. Non era più semplice scrivere che in piscina si entra solo col costume da bagno e dopo aver fatto la doccia?

In entrambi i casi per carità non c’era intenzionalità di offendere e di discriminare andicappati, ebrei, e via dicendo. Quindi semplice ignoranza? Certo, chili, anzi tonnellate di ignoranza.

E allora combattiamola ’sta maledetta ignoranza. Come? Ci permettiamo di suggerire un semplice rimedio. A chi ha concepito il regolamento della Scuola svizzera di Milano e ha tentato in modo maldestro di difenderlo e a chi ha scritto il cartello ad Arosa si faccia vedere ‘La vita è bella’ di Roberto Benigni. E poi gli si faccia prendere carta e penna e scrivere cento volte un principio fondamentale sancito nelle Costituzioni: quello che vieta discriminazioni fondate sul sesso, sulla razza, sulla religione ecc. Un film, che si potrebbe anche proiettare alla Casa Bianca. Pur col dubbio che l’attuale presidente, alle prese con i fatti di Charlottesville e le ignominie dei suprematisti bianchi, sia in grado di capire e apprezzare la finezza dell’ironia ‘beniniana’. È un’epoca di giullari, la nostra. Ma alcuni – i più pericolosi che palleggiano atomiche – non sanno di esserlo.

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