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La Guerra in Ucraina e gli errori dell’Occidente

Il conflitto visto da diverse angolazioni. Anche quello dei profughi che hanno bussato alla nostra porta. A Lugano, invece, si parla di case antiche

22 marzo 2022
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La guerra in Ucraina è (anche) la conseguenza di una serie di errori commessi dall’Occidente. Lo scrive, in un’ampia riflessione che pubblichiamo nell’edizione odierna, Luca Lovisolo, traduttore e ricercatore indipendente in diritto e relazioni internazionali. Fra le altre cose, Lovisolo punta il dito su dipendenza energetica, miopia diplomatica e ingordigia. Errori di cui, annota ancora il ricercatore, anche la Nato si è macchiata.

Non scomoda Ponzio Pilato, ma nel suo commento odierno – che si rifà pure lui all’invasione della Russia ai danni dell’Ucraina, vista con gli occhi di chi preferisce restare al di sopra delle parti, optando per non schierarsi né da una parte né dall’altra (i ‘né né’) – Franco Zantonelli rievoca l’atteggiamento tenuto nel 1994 dall’allora presidente francese François Mitterrand per rapporto al genocidio in Ruanda.

Spetterà a Lugano l’onore (oltre all’onere) di fare da padrone di... casa all’assemblea generale dell’Associazione svizzera dei proprietari di case antiche. Sebbene all’adunata in riva al Ceresio manchi ancora più di un anno, Domus Antiqua Helvetica ha già ufficializzato la notizia. È l’occasione per fare quattro chiacchiere con il presidente sezionale Gianfederico Pedotti e conoscere così più da vicino l’Associazione.

Memories of Racism. È il nome di una mappa, realizzata dall’équipe ‘Dialogie en route’ che ripercorre il complesso legame fra il nostro Paese e le discriminazioni razziali. Un progetto volto a creare una discussione su temi quali discriminazione e razzismo, partendo dai luoghi dove sono avvenuti determinati fatti, oppure dagli elementi che li ricordano, come monumenti o targhe commemorative.

E ancora di emergenza Ucraina si parla nelle pagine di cantone. In particolare della necessità di integrare i rifugiati ucraini alle medesime condizioni professionali dei residenti per non aumentare dumping e precarietà. «Sarebbe vergognoso se si volessero già costruire adesso le condizioni perché queste persone una volta finita la guerra ripartano il più rapidamente possibile dando loro solo impieghi precari». E ancora: «È nel precariato che si nascondono le disuguaglianze e i rischi di violazione dei contratti e delle leggi che vanno a discapito di tutti: dei profughi, del mondo del lavoro e di chi oggi cerca un impiego e sarebbe confrontato con una concorrenza sleale», ammonisce nell’intervista che pubblichiamo oggi il segretario regionale Unia Ticino Giangiorgio Gargantini.

Buona lettura!

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