Cambiamenti su lotta al furto dei dati e sui diritti delle persone. Sui social media come nella vita di tutti i giorni
Domani, 25 maggio, entrerà in vigore il Gdpr. Tradotto: cambia il Regolamento europeo sulla protezione dei dati personali. La privacy di tutti i cittadini dell'Unione europea, insomma, cambierà. E anche noi in Svizzera siamo direttamente interessati, in quanto una qualsiasi azienda elvetica che ha a che fare con clienti dell'Ue si troverà di fronte a questi cambiamenti. A Berna se ne discuterà nella prossima sessione delle Camere federali che inizierà lunedì. Ma... di che si tratta, concretamente?
Innanzitutto, chi vorrà usare i dati personali di qualsiasi persona dovrà spiegare in modo preciso il motivo e se in futuro ne rimarrà in possesso. Sia su internet – ad esempio i social network – sia nella ‘vita reale’: studi medici, uffici, fino alle tessere dei supermercati. Non sarà più possibile, né ovviamente legale, usare liberamente dati personali. E se non succede? E se le aziende continueranno a fare come in passato? Semplice, si contatta la ditta che senza permesso ha preso i dati e gliene si chiede conto. In caso di risposta non soddisfacente, potrà scattare la denuncia penale.
Un tema molto sentito anche in Svizzera è quello del diritto all'oblio. I social network, ad esempio, dovranno rendere possibile agli iscritti di cancellare definitivamente alcune o tutte le informazioni collegate ai propri profili. E, sempre parlando di piattaforme social ma non solo, ovviamente, il nuovo regolamento prevede che gli utenti possano beneficiare di un servizio anche senza obbligo di registrazione con dati personali.
Proteggere le informazioni, certo. Tutelare i propri dati, eccome. Ma se questi dati vengono rubati, come successo nel recente scandalo di Cambridge Analytica che ha "spiato" quasi 90 milioni di iscritti a Facebook per motivi elettorali? Da domani, se una piattaforma subisce un furto ha l'obbligo di comunicarlo con velocità: al massimo entro 3 giorni dalla presa di coscienza.