Al termine del 2-1 subito dal Chiasso (sempre più ultimo) al Riva IV con il Vaduz alcuni tifosi hanno creato scompiglio
Una sconfitta pesante come un macigno, quella patita ieri sera al Riva IV dal Chiasso contro il Vaduz (2-1): per la classifica, che se definire drammatica potrebbe sembrare troppo negativo certamente è alquanto complicata (a quattro gare dal termine della stagione di Challenge League i rossoblù, ultimi, accusano 5 punti di ritardo da chi li precede); per i limiti mostrati, ovvero la poca precisione in attacco e i soliti black out. Qualcosa poteva ancora peggiorare il quadro? Sì, lo hanno fatto i “tifosi”. Un gruppetto di esagitati che ha fatto irruzione nella zona degli spogliatoi, prendendo a male parole calciatori, staff e dirigenti, facendo volare insulti e pugni, causando minuti di caos sedati dalla sicurezza.
«Le cose si possono discutere, ma c’è modo e modo di farlo», ha commentato il presidente rossoblù Maurizio Cattaneo, aggiungendo poi che se bisogna aver paura che i fans «aspettino fuori» i calciatori, «non è calcio. Quel che è successo non aiuterà i ragazzi, mettendo loro ulteriore pressione e pesando sul morale».
Le accuse di poco impegno mosse dai citati individui verso i giocatori non sono evidentemente condivise dalla società e anche per il tecnico Andrea Manzo (la cui posizione è ormai in discussione) l’episodio è stato «poco simpatico. Ora dobbiamo accettare quel che è successo, fare quadrato tra di noi, analizzare che cosa sbagliamo e migliorare. Finché la matematica non ci dà per spacciati si lotta. Poi magari chissà, l’irruzione dei tifosi potrebbe far da stimolo».
A cominciare dalla sfida in programma sabato sempre al Riva IV contro il Rapperswil (che assieme a Kriens e Sciaffusa precede di 5 lunghezze i momò), che a prescindere dall'esito del protesto inoltrato dal Chiasso (per un presunto errore nella distinta della partita da parte del Vaduz) sarà da vincere a tutti i costi.