Hockey

Al Lugano il derby tennistico

I bianconeri dominano l'Ambrì Piotta: alla Cornèr Arena finisce 6-2. Bertaggia: 'Siamo stati molto bravi nei primi 40', poi abbiamo controllato'

2 ottobre 2018
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Si gioca praticamente a una porta sola il derby numero 222 della storia. Quella dell’Ambrì, presa d’assalto fin dal primo secondo dal Lugano. Che alla fine, meritatamente, si impone per 6-2. Fin dal suo inizio, il primo derby stagionale è chiaramente a tinte bianconere. Nei primi 20’ infatti gli uomini di Ireland mettono alle corde quelli di Cereda, che devono accontentarsi di sporadiche puntate dalle parti di Merzlikins, mentre dall’altra parte Conz viene messo da subito sotto pressione. E capitola già dopo nemmeno 5’ di gioco, quando Lapierre mette sul bastone di un liberissimo Bertaggia il puck che il numero 10 dei bianconeri ha tutto il tempo per piazzare là dove l’estremo difensore dell’Ambrì Piotta non arriva. Un minuto e spiccioli dopo la scena si ripete: cambiano i protagonisti, ma non di molto la sua dinamica. Stavolta è Cunti che pesca solo soletto Loeffel, che a sua volta insacca con un tiro teso e imparabile. A quel punto Cereda chiama il timeout, ma l’equilibrio in pista non muta di granché. Il Lugano sembra dare l’impressione di accontentarsi di vivere di rendita, ma si crea comunque diverse occasioni per incrementare il suo già importante bottino. E ci va vicino soprattuto con i vari Cunti (a due riprese, di cui una col disco che va a colpire il palo) e Hofmann. Ma alla prima pausa il risultato non cambia più: 2-0.

Il secondo tempo va anche peggio per i leventinesi. Che prima incassano la terza segnatura del Lugano (un errore a centro pista degli uomini di Cereda lancia i padroni di casa in break a 2 contro 1, e in gol ci va Bertaggia). Alla sua prima opportunità di giostrare a 5 contro 4, l’Ambrì Piotta trova il modo di bucare Merzlikins. Se ne incarica D’Agostini: 3-1. A quel punto gli ospiti sembrano crescere per mole di lavoro e intensità, creandosi anche qualche buona opportunità. Ma proprio nel loro miglior momento, vengono trafitti altre due volte, in rapidissima successione: prima da Morini e poi, appena 71” dopo, da Walker. Per Conz è troppo: il portiere leventinese a quel punto lascia il posto a Manzato. Che, a sua volta, deve alzare bandiera bianca ancora prima della seconda pausa, quando dopo aver negato la rete a Romanenghi si vede battere da Morini, che firma pure lui la doppietta personale (dopo Bertaggia). Alla seconda pausa la partita è già prontissima per essere consegnata agli archivi: 6-1. Il terzo tempo, inevitabilmente, si riduce a una semplice passerella. L’Ambrì Piotta cerca di indorare una pillola comunque amarissima, ma in apertura di tempo sciala ben 93” con due uomini di movimento in più. Il Lugano, ormai appagato, sull’altro fronte va a colpire i montanti della porta una seconda volta, e ancora con Cunti. I minuti trascorrono senza altri particolari sussulti, fino a poco più di mezzo minuto dalla terza sirena, quando Guerra sigla il secondo punto per i suoi. Ma la sostanza non cambia: finisce 6-2. «Direi che siamo stati molto bravi nei primi quaranta minuti, poi abbiamo controllato – dice Alessio Bertaggia, dopo aver vestito i panni del match winner –. Ed è una bella soddisfazione vincere mostrando anche delle belle cose, anche se ci sono stati ancora degli errori, ma abbiamo il tempo per correggerli».

Cereda: 'Abbiamo sbagliato provando a forzare'

Sul fronte opposto, invece, Luca Cereda la vede così. «Il Lugano è partito forte, ma noi gli abbiamo regalato due gol perdendo due dischi. Ed è chiaro che partendo dallo 0-2 dopo 6' non è facile. Tuttavia nel secondo tempo siamo riusciti a riportare il 'momentum' dalla nostra parte, ma poi abbiamo sbagliato cercando di forzare la situazione».

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