Hockey

Ecco il Niederreiter 2.0. 'Troverò nuovi modi per segnare'

La stella grigionese dei Carolina Hurricanes ha stravolto la sua estate nel tentativo di fare un passo in più nella sua carriera. 'Dovevo pur provare qualcosa'

I festeggiamenti con la panchina, un gesto che Nino vorrebbe ripetere più spesso (Keystone)
25 novembre 2020
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Non ci fosse il Covid, la stagione National Hockey League sarebbe ormai entrata nel vivo. Invece in Nordamerica non s'è neppure cominciato a giocare. Non solo: per ora non c'è neppure una data certa su quando si potrà iniziare a farlo. Nino Niederreiter, stella grigionese dei Carolina Hurricanes, prova comunque a fare di necessità virtù. Perché l'hockey è anche una questione di materiale, non soltanto di muscoli e polmoni: così l'attaccante di Coira approfitta del letargo autunnale per provare a testare bastoni, e i nuovi pattini dalle lame più corte (280 mm invece di 288) grazie a cui spera di aumentare la sua velocità mentre affronta le curve. «Bisogna pur provare qualcosa – racconta El Niño –, che sta vivendo la pandemia a casa sua, nei Grigioni, e va sul ghiaccio quattro volte a settimana a Coira e a Wetzikon, dove lavora con il video-coach della nazionale Benoît Point, il quale ha messo a punto un sistema che permette di tracciare un profilo preciso di ciascun giocatore, ad esempio per definire se riesce a reagire istintivamente e immediatamente più ciò che succede alla sua sinistra oppure alla sua destra. «È appassionante poter conoscere certe cose» racconta il ventottenne, che nell'oberland bernese si prepara assieme al difensore zurighese dei Washington Capitals Jonas Siegenthaler, dopo averlo fatto con Denis Malgin, Pius Suter e Dean Kukan. 

Niederreiter, che a Raleingh dispone di un contratto valido fino al 2022 (alla modica cifra di 5,2 milioni di dollari a stagione), stavolta non vuole lasciare nulla al caso. Non dopo un campionato come quello scorso, in cui ha totalizzato appena 12 reti (più 19 assist) in 74 partite. «Era da tempo che non vivevo una stagione del genere. In verità, non sono mai riuscito a trovare il ritmo» spiega il bomber di Coira, che nelle prime dieci partite con gli Hurricanes aveva totalizzato la miseria di tre assist, prima di provare a cambiare le cose. «Ma non ne è uscito nulla di buono. Il risultato è che alla fine ci pensavo quasi ossessivamente, ragionando troppo su ciò che avrei potuto fare per essere maggiormente decisivo».

È lì che, probabilmente, è maturata l'idea di cambiare radicalmente l'approccio alla preparazione estiva. In cui il bomber di Coira ha lavorato moltissimo anche sul piano fisico, con un preparatore atletico che si è fatto un nome soprattutto nel settore dello sci, tale Michael Bont, al fine di perdere peso per aumentare la sua mobilità sul ghiaccio. Allestendo una sala pesi perfettamente attrezzata, in cui può misurare a quale velocità muove i pesi, così da poter allenare una parte specifica.

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L'esempio di ciò che si dovrebbe fare, El Niño l'ha trovato nel suo stesso spogliatoio. Lo fa citando l'esempio di Andrei Svetchnikov, ventenne russo che era solo alla sua seconda stagione nel campionato più bello del mondo e l'ha conclusa totalizzando addirittura 68 punti (e 28 gol) in 74 partite. La spiegazione del suo rendimento, secondo Niederreiter, sta nel fatto che Svetchnikov non si cura minimamente di ciò che sfugge al suo controllo, e nella maggioranza dei casi viene ricompensato dal suo atteggiamento, perché gli permette di provare più cose senza curarsi del risultato. Ciò che fa tornare alla mente del grigionese la stagione 2018/2019, quando a gennaio lasciò i Minnesota Wild per accasarsi agli Hurricanes, senza pressioni né aspettative. «E quella – spiega – è stata senza dubbio la seconda metà di campionato migliore di tutta la mia carriera».

È proprio su quel ricordo che si fondano le sue speranze, perché Niederreiter è convinto di non essere ancora arrivato a conclusione del suo processo di sviluppo. «Ciò che mi interessa è trovare dei nuovi modi per segnare delle reti. Anche perché il gioco nel frattempo è parecchio cambiato». Concretamente, perché in National Hockey League ci sono sempre più giocatori piccoli e rapidi. «Al giorno d'oggi, sul ghiaccio praticamente devi essere un razzo», aggiunge. E per adeguarsi alla nuova realtà, è necessario modificare anche il lavoro che si fa quotidianamente fuori dal ghiaccio.

Alla fine, insomma, la pandemia qualche effetto positivo l'ha pur avuto, almeno per Nino Niederreiter. Il quale, comunque, non vede l'ora di tornare in Nordamerica per l'inizio dei campi d'allenamento in vista della nuova stagione. Che, secondo l'ipotesi più accreditata, potrebbe iniziare il primo gennaio in quattro 'bolle', chiaramente senza spettatori. E il grigionese, come tutti, vive in un perenne stato di attesa. «La situazione non è delle più semplice», conclude.

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