Tennis

Il sogno di Federer continua

Due mesi e mezzo dopo, il Roger nazionale riprende la scalata verso il primato. ‘Io sono pronto, ma non è una garanzia’...

12 giugno 2018
|

Pare davvero rilassato, Roger Federer. E sembra pure pronto, dopo la lunga pausa dettata da un indolenzimento muscolare. E naturalmente anche dall’età: «al momento è più facile concentrarsi su due superfici piuttosto che tre» disse dopo lo scivolone a Miami contro lo sconosciuto australiano Kokkinakis.

E ora, due mesi e mezzo dopo, rieccolo qui. Sul verde di Stoccarda che per il renano segna sostanzialmente l’inizio di una nuova stagione. «Se avverto differenze quando mi alleno sull’erba rispetto che sul duro? Direi proprio di sì – attacca il trentaseienne basilese, il quale oggi debutta contro il tedesco Mischa Zverev (Atp 53) in un torneo che, in caso di successo, lo proietterebbe di nuovo in testa alla gerarchia mondiale –. Infatti, sul prato quando ti muovi devi farlo con più d’attenzione. In ogni caso dovevo fare in modo che il corpo si abituasse alla superficie, pensando al problema muscolare».

C’erano ancora problemi?

«All’inizio sì, alla parte bassa della schiena e ai glutei, infatti per tutto il tempo sei proteso in avanti, e i muscoli si stancavano presto. Ora, invece, direi che sull’erba ho fatto abbastanza esercizio e sono pronto. Pur se, ovviamente (ride, ndr) questa non è una garanzia che le cose vadano bene».

Si può tuttavia dire che la stagione sulla terra rossa sia la più tranquilla di tutte?

«È vero, ma io mi auguro di avere sempre più giorni liberi a disposizione. Sarebbe bello avere davanti una settimana in cui non si sa che fare. Allenarsi? Prendersi una pausa? Bere caffè? Portare a spasso i bimbi? In verità, spesso ora è tutto programmato».

Da cosa ci si rende conto che si sta invecchiando?

«Secondo me, la differenza più grande sta nel fatto che se hai un problema, come potrebbe esserlo alla schiena, poi fa fatica ad andar via. Prima, invece, magari ti bastavano un paio di giorni per riprenderti al 100%. Ad esempio, dopo l’Us Open ero sorpreso di avere ancora dei grattacapi due settimane dopo. Quindi? Non so, magari ora mi servono più ore di sonno rispetto a un tempo. Ma magari, invece, prima dormivo semplicemente di più, non lo so. In ogni caso, la sensazione è che adesso abbia bisogno di almeno otto, nove ore di riposo a notte».

La scelta di annunciare con poco anticipo la partecipazione al torneo di Stoccarda ha sua volta una correlazione con l’avanzare dell’età?

«Non necessariamente. Semplicemente, per me è meglio sapere cosa sta per arrivare. Non mi piace dire che io a quel torneo ci sarò, per poi rinunciarvi poco dopo. Sarebbe come prendere in giro i tifosi. Ed è risaputo: se decido di esserci, vado in campo per dare il meglio di me. Se così non fosse, sarebbe la cosa peggiore per il torneo stesso e per i tifosi».

Gli ultimi sei Slam della serie sono andati tutti a Federer o a Nadal. Segno che voi due siete ancora davvero forti, o piuttosto che i giovani sono troppo deboli?

«Difficile rispondere, presumibilmente un po’ entrambe le cose – conclude –. Naturalmente sarebbe bello se ci fosse un ricambio maggiore, ma comunque è incredibile ciò che possiamo ancora vivere io e Rafa in quest’epilogo di carriera. Per entrambi, naturalmente, questo è un sogno che s’è avverato». E che continua.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔