In totale si sono contate 103 vittime, 10 in meno rispetto al 2016. La causa principale è da ricondurre alle cadute
L’anno scorso sono state 103 le persone che hanno perso la vita in montagna, ovvero dieci in meno rispetto al 2016. La flessione, spiega il Club Alpino Svizzero (Cas), è data dalla scarsità di neve e dalla meteo variabile che hanno provocato un calo delle attività. Diminuito anche il numero di coloro che sono morti in escursioni ad alta quota (da 31 a 21), nello sci-escursionismo (da 18 a 10) e nell’alpinismo (da 4 a 2). Sono invece aumentate (da 43 a 54) le vittime fra gli escursionisti. La causa principale dei decessi sono le cadute (68 morti).
Inoltre, le valanghe hanno provocato 14 morti (7 sci-escursionisti, 4 freerider, 3 con racchette da neve), mentre una persona è deceduta a causa di un fulmine. Delle 103 vittime 43 erano straniere, le altre erano svizzere; 83 erano maschi e 20 donne. Le operazioni di soccorso hanno interessato in totale 2'712 persone, il 4% in meno dell’anno prima; 931 di loro erano solo ferite lievemente o non lo erano affatto.