Svizzera

Sussidi di cassa malati, paletti più stretti per i cantoni

Il Consiglio federale oppone un controprogetto indiretto all’iniziativa popolare del Ps per limitare l’onere dei premi di cassa malati

(Keystone)
21 ottobre 2020
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Il Consiglio federale respinge l’iniziativa popolare «Al massimo il 10 per cento del reddito per i premi delle casse malati (Iniziativa per premi meno onerosi)», opponendole un controprogetto indiretto e proponendo che la parte cantonale versata per la riduzione individuale dei premi (RIP) sia vincolata ai costi sanitari lordi. Lo ha reso noto oggi il ministro della sanità Alain Berset in una conferenza stampa a Berna.

L’iniziativa chiede che i premi dell’assicurazione malattie obbligatoria non superino il 10 per cento del reddito disponibile. A tale scopo la RIP dovrebbe essere finanziata per almeno due terzi dalla Confederazione e il resto dai Cantoni.

Il Consiglio federale, si legge in una nota, riconosce che i premi dell’assicurazione malattie gravano sul bilancio delle economie domestiche. Tuttavia si oppone all’iniziativa, perché questa si concentra unicamente sul finanziamento dei sussidi, senza tenere conto del contenimento dei costi sanitari. Per migliorare il finanziamento delle riduzioni dei premi, il Consiglio federale propone un controprogetto indiretto che prevede di vincolare il contributo dei Cantoni ai loro costi sanitari.

I Cantoni sono tenuti a versare un contributo minimo

Le riduzioni dei premi sono finanziate dalla Confederazione e dai Cantoni. Questi ultimi sono tenuti dalla legge ad accordare una RIP agli assicurati di condizioni economiche modeste. Nel 2019 ne beneficiava più del 27 per cento di questi ultimi, ossia 2 milioni di persone. Nel corso degli ultimi anni, alcuni Cantoni hanno ridotto il loro contributo, creando una grande disparità tra i sussidi accordati. Nel 2010, i Cantoni contribuivano ancora per il 50 per cento alla RIP. Nel 2019 questo tasso si è ridotto al 43 per cento, mentre nello stesso periodo il premio medio dell’assicurazione malattie è aumentato in media del 3,2 per cento all’anno.

Il Consiglio federale vuole che ogni Cantone versi un contributo minimo vincolato ai suoi costi sanitari lordi. Questo contributo minimo corrisponde a una percentuale dei costi lordi cantonali calcolati addizionando i premi dell’assicurazione malattie pagati dagli assicurati del Cantone con le partecipazioni ai costi da loro versati. Se i premi pagati dagli assicurati di un Cantone rappresentano in media più del 14 per cento del loro reddito disponibile, il Cantone in questione dovrà destinare un importo equivalente al 7,5 per cento dei costi sanitari lordi per ridurre i premi degli assicurati. Nel caso in cui i premi rappresentano al massimo il 10 per cento del reddito disponibile, la percentuale minima sarà al massimo del 4 per cento. Se i premi rappresentano in media tra il 10 e il 14 per cento del reddito disponibile, l’importo da versare da parte del Cantone raggiungerà il 5 per cento dei costi sanitari lordi.

Con il controprogetto, i Cantoni con i costi sanitari più elevati e nei quali il carico dei premi che grava sulle economie domestiche è maggiore, globalmente dovranno pagare di più dei Cantoni che hanno costi più bassi. Pertanto i Cantoni saranno incentivati a limitare l’aumento dei costi sanitari. Per contro, il contributo federale rimarrebbe immutato al 7,5 per cento dei costi sanitari lordi.

Nessun incentivo a risparmiare

Il Consiglio federale, si legge sempre nella nota diramata oggi, deplora in particolare il fatto che la Confederazione si ritroverebbe a dover sussidiare la maggior parte della RIP, mentre è risaputo che i costi sanitari sono fortemente influenzati dalle decisioni cantonali. È il caso, per esempio, della pianificazione ospedaliera o delle tariffe di alcuni professionisti della salute. In questo senso, l’iniziativa non crea sufficienti incentivi al contenimento dei costi sanitari.

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