Svizzera

Accordo quadro: il Consiglio federale ha deciso, ma non dice cosa

L'esecutivo non rivelando nulla sul contenuto di quanto stabilito, "per non restringere il margine di manovra del Governo"

(Depositphoto)
11 novembre 2020
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Il Consiglio federale ha fissato oggi la sua posizione in merito all'accordo istituzionale con l'Unione Europea e prenderà contatto prossimamente con Bruxelles per discuterla. Lo ha dichiarato oggi il portavoce del governo, André Simonazzi, nel consueto incontro con i media dopo la seduta governativa, non rivelando nulla sul contenuto di quanto stabilito, "per non restringere il margine di manovra del Governo".

Stando al vice Cancelliere della Confederazione, un eventuale spostamento della presidente della Confederazione, Simonetta Sommaruga, dipenderà anche dall'esito di questi contatti. Quanto ai tempi, Simonazzi ha sostenuto che i contatti verranno stabiliti "prossimamente", senza precisare una data, anche perché molto dipenderà dalla raggiungibilità dei partner europei della Confederazione.

Nel giugno 2019, il Consiglio federale aveva scritto una lettera all'allora presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, precisando che non intendeva firmare l'Accordo istituzionale finché non avesse ottenuto chiarimenti su alcuni aspetti delicati e controversi a livello politico interno, ossia la protezione dei lavoratori, gli aiuti di Stato e la direttiva sulla cittadinanza europea.

La Confederazione vuole "sicurezza giuridica" in merito ad alcune disposizioni relative alla protezione dei salari in vigore in Svizzera. Vuole anche essere sicura che le disposizioni sugli aiuti di Stato non vengano applicate in modo orizzontale rispetto all'Accordo di libero scambio del 1972. Il diritto europeo vieta questi aiuti perché possono distorcere la concorrenza e influire sugli scambi. Tutto ciò dovrebbe essere oggetto di nuovi negoziati o chiarimenti, così come chiede anche il Parlamento.

Nella lettera l'esecutivo affermava inoltre esplicitamente che nessuna disposizione dell'accordo istituzionale potrà essere interpretata come un obbligo per la Svizzera di adottare la direttiva sul diritto dei cittadini Ue e i suoi sviluppi. Una eventuale ripresa di tale direttiva potrà avvenire solo dopo un negoziato tra le parti, aveva precisato ancora l'esecutivo.
 
 

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