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Il fascino dell’inverno

Amanti della neve: attenzione agli animali

Scene sempre più rare, anche in Svizzera - © Markus Bolliger / WWF-Switzerland
25 gennaio 2020
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Dopo le due puntate sugli animali d’inverno, in molti ci hanno chiesto cosa accade alla fauna locale. Insieme ai colleghi di Pro Natura, vi faremo scoprire la straordinarietà di animali e piante che sono di casa in Ticino.

Strategia di sopravvivenza

Chi dice che il grasso fa male? Nella bella stagione, i mammiferi si alimentano più di quanto sia momentaneamente necessario e accumulano preziose riserve di grasso, alle quali attingeranno durante il periodo invernale. L’orso, anche se in letargo, può così perdere 20-25% del proprio peso corporeo; il camoscio, che resta attivo anche in inverno, addirittura il 30%. Rettili e anfibi, nascosti nei loro anfratti, non necessitano di riserve di grasso, poiché possono rallentare il proprio metabolismo a tal punto da perdere pochissima massa corporea durante la latenza invernale. E le formiche? Nella favola di Esopo, al contrario della pigra cicala, esse si adoperano tutta l’estate per fare provviste: ma non potrebbero farsi una bella dormita anche loro? Beh, il grande autore greco poteva permettersi qualche licenza poetica: oggi infatti sappiamo che le formiche non immagazzinano alcun cibo nel formicaio in previsione dell’inverno, almeno quelle dei nostri boschi, e restano completamente inattive durante la brutta stagione senza nutrirsi fino al risveglio primaverile.

Acque gelide

Cascare nelle acque gelide di un torrente durante l’inverno sarebbe per chiunque un’esperienza poco piacevole. Eppure, per gli organismi acquatici che nei torrenti ci vivono, la presenza dell’acqua in inverno isola dal gelo e mantiene condizioni stabili. Il ghiaccio spesso si forma solo per qualche centimetro in superficie e funge da isolante, mentre al di sotto l’acqua rimane sempre qualche grado sopra lo zero termico. Un cervo esposto agli agenti atmosferici deve fare i conti con variazioni di temperatura di 40-60 gradi tra l’estate e l’inverno, mentre una trota è sottoposta a variazioni di soli 10-20 gradi. Anche nei mesi più freddi, gli alvei dei corsi d’acqua brulicano di vita: mentre i pesci riducono i propri movimenti al minimo rifugiandosi al riparo sotto i massi e nelle cavità, molti piccoli invertebrati che popolano il fondo ciottoloso di fiumi e ruscelli continuano a muoversi e ad alimentarsi anche in inverno. Alcuni plecotteri, che vivono in acqua i loro stadi larvali, scelgono i mesi tardo-invernali per emergere e sgranchire sulla neve le loro nuove ali da insetti adulti.

Animali fuoripista

Gli sport sulla neve fresca sono sempre più popolari: sciatori fuoripista, scialpinisti ed escursionisti in ciaspole trascorrono il proprio tempo libero tra le montagne innevate, immersi nella natura. Ma la neve non è per tutti sinonimo di calma e relax: per camosci, cervi, caprioli, stambecchi, lepri bianche, pernici, fagiani di monte e altri animali, l’inverno è il periodo più difficile. Molti appassionati di sport invernali, pur amando la natura e spesso senza nemmeno accorgersene, ignorano che queste attività possono disturbare la fauna. Le conseguenze negative del disturbo possono essere immediate, come per esempio la variazione del livello ormonale o l’aumento della frequenza cardiaca a seguito di una fuga. In inverno, il dispendio di energie dovuto a stress o fughe può peggiorare drasticamente le condizioni fisiche di un animale fino a causarne la morte per sfinimento. Le piccole popolazioni di alcune specie di montagna, come le pernici o i fagiani di monte, possono indebolirsi fino all’estinzione su scala locale. I camosci e gli stambecchi disturbati abbandonano il loro habitat naturale situato oltre il limite della foresta rifugiandosi all’interno del bosco: qui, non trovando cibo a causa della copertura nevosa, si nutrono di gemme e cortecce delle giovani piante, ostacolando il rinnovamento naturale del bosco.
Rispettare l’ambiente montano è nell’interesse di ogni amante della neve. Ecco alcune regole d’oro indicate da Pro Natura e WWF, facili da ricordare, per ridurre l’impatto delle nostre attività:

  1. Informati sulle zone di tranquillità e sui siti di protezione della fauna selvatica ed evitali: sono le aree in cui si ritirano gli animali selvatici (ad esempio la zona della Greina in Val di Blenio, o del Campo Tencia in Leventina). Le carte degli sport invernali di swisstopo si trovano facilmente online.
  2. Nel bosco utilizza solo i sentieri e i percorsi segnalati: la fauna può così abituarsi alla presenza delle persone.
  3. Evita i margini boschivi e le superfici non innevate (praterie, rocce): sono le aree privilegiate dalla fauna.
  4. Tieni i cani al guinzaglio, specialmente nel bosco: i cani in libertà mettono in fuga gli animali.

Inoltre: secondo i dati di Meteosvizzera, a bassa quota (al di sotto dei 1’300 m slm) vi è una tendenza significativa verso inverni con poca neve. Non mancano tanto le precipitazioni nevose: è lo scioglimento che è più rapido. Le previsioni per fine secolo indicano che sarà possibile praticare ancora sport invernali, ma la neve naturale sarà disponibile in quantità sufficiente solo sopra i 2’500 m slm.

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