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Mekong, scoperte 380 nuove specie

Lucertole, gechi e pipistrelli straordinari

Nella foresta tropicale della regione del Mekong
(© WWF/Shuichiro Tagane)
3 giugno 2023
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La regione del Mekong, con le sue foreste tropicali nel sud-est dell’Asia, rimane un luogo ancora tutto da scoprire. Ogni anno, centinaia di scienziati ed esperti si recano in queste zone per studiare la biodiversità del luogo. Mentre lo fanno scoprono sempre nuove specie a noi completamente sconosciute. Basti pensare che tra il 2021 e il 2022 gli esperti del WWF hanno scoperto ben 380 nuove specie di animali e piante. Alla fine degli anni Novanta, quelle conosciute erano poco più di 1’900. Oggi abbiamo superato le 3’300. “Sebbene la regione del Mekong sia un hotspot globale della biodiversità, è anche soggetta a una vasta gamma di minacce”, ha dichiarato Nilanga Jayasinghe, responsabile delle specie asiatiche del WWF. “È fondamentale continuare a investire nella protezione e nella conservazione della natura, affinché queste magnifiche specie non scompaiano prima che ne conosciamo l’esistenza”. Poiché molte sono già minacciate di estinzione a causa delle attività umane, il WWF chiede ai governi della regione di aumentare la loro protezione di queste rare e straordinarie creature e dei loro habitat.

Lucertole multi-color

Tra le nuove specie trovate nella regione del Mekong ci sono alcuni esemplari molto curiosi. Tra di loro c’è per esempio una lucertola che cambia colore, un pipistrello dotato di un pollice molto grosso che utilizza per aggrapparsi alle sporgenze, un serpente velenoso che prende il nome da una dea mitologica cinese, un’orchidea che assomiglia a un Muppet e una raganella con la pelle che ricorda il muschio. Il rapporto del WWF documenta il lavoro di centinaia di scienziati provenienti da università, organizzazioni di conservazione e istituti di ricerca di tutto il mondo che hanno scoperto 290 piante, 19 pesci, 24 anfibi, 46 rettili e un mammifero in Cambogia, Laos, Myanmar, Thailandia e Vietnam. Nella sua prefazione al rapporto, il dottor Truong Q. Nguyen dell’Istituto di Ecologia e Risorse Biologiche dell’Accademia delle Scienze e della Tecnologia del Vietnam, osserva che sono necessari interventi immediati e un maggiore uso di nuove tecnologie come la bio-acustica e il sequenziamento genetico per aiutare gli scienziati a scoprirne di più in questo hotspot di biodiversità. “Per invertire la rapida perdita di biodiversità nella regione, è necessario compiere sforzi più concertati, basati sulla scienza e sull’urgenza. Le misure di conservazione necessitano di maggiore attenzione da parte dei governi, delle Ong e del pubblico”, ha dichiarato. Il rischio è che centinaia di specie spariscano, prima ancora di essere state scoperte. Un problema globale: secondo le stime degli scienziati, infatti, sarebbero 8,7 milioni le specie viventi presenti sulla Terra. Ma solo 1,6 milioni sono state identificate.

Esseri (s)conosciuti

Gli esperti hanno fatto un breve elenco di animali scoperti negli ultimi due anni. Ecco i più particolari:
L’agama cambogiana a cresta blu (Calotes goetzi): si tratta di una lucertola aggressiva che cambia colore come meccanismo di difesa e che è stata identificata studiando le lucertole trovate vicino a un sito archeologico di Angkor, all’interno del Parco nazionale di Phnom Kulen, nella provincia nord-occidentale di Siem Reap; i maschi sono dominanti e hanno un colore blu brillante. Entrambi i sessi hanno da tre a cinque macchie marroni scure prominenti lungo la schiena.
Il geco dalle dita ricurve di Phnom Kulen (Cyrtodactylus Kulenensis) è stato trovato solo sugli affioramenti di arenaria del Parco nazionale di Phnom Kulen, nella provincia di Siem Reap.
Il myotis dal pollice spesso di Hayes: si tratta di un pipistrello dalle orecchie di topo con insoliti pollici carnosi. È un esemplare già individuato imbalsamato – rimasto senza nome – in un museo ungherese da oltre venti anni. Oggi ha una classificazione.
Rana muschiata di Khoi, un grande e spettacolare reperto verde muschio, che lo aiuta a mimetizzarsi nello sfondo pietroso e frondoso ricoperto di licheni e muschi.
Dendrobium fuscifaucium, un’orchidea in miniatura dai colori rosa brillante e giallo acceso che ricorda gli amati Mahna Mahna dei Muppets.
Il krait di Suzhen, un serpente estremamente velenoso, prende il nome da Bai Suzhen, una dea serpente molto conosciuta nella mitologia cinese, la cui storia viene raccontata nella “Leggenda del serpente bianco”.
Cleyera bokorensis: si tratta di un arbusto sempreverde minacciato dalla costruzione di un casinò cambogiano, una diga e lo sviluppo residenziale della zona, dove è stato trovato.

Serpenti e gechi

Tra gli animali trovati dagli esperti c’è anche il coccodrillo thailandese, avvistato in Vietnam (dove si pensava fosse estinto). Questo coccodrillo rimane minacciato dall’invasione agricola, dal disboscamento e dalla raccolta da parte delle comunità come cura tradizionale per dolori addominali e infezioni parassitarie. Anche un particolare geco è finito anche sulla lista: si tratta del cosiddetto geco dalle dita ricurve della Thailandia. Prende il nome da una ninfa degli alberi - Rukha Deva, conosciuta nella mitologia locale - che vive sugli alberi e protegge le foreste. Scoperto nelle montagne di Tenasserim, al confine con il Myanmar, apre aggressivamente la bocca e agita la coda da un lato all’altro quando viene minacciato. Insomma, il messaggio è chiaro: non avvicinatevi a quel geco. Il cugino trovato nella capitale del Laos, Vientiane, non se la passa meglio. Il suo habitat è frammentato dai numerosi progetti edilizi della città. Ed infine è stato scoperto un serpente semi-acquatico, Hebius terrakarenorum, trovato nella zona di Dawna-Tenasserim, tra la Thailandia e il Myanmar, lungo 650 mm. È stato identificato unicamente tramite il ritrovamento di esemplari uccisi su strada raccolti nel corso di un decennio e da alcune foto. Alla fine, per fortuna, si è riusciti finalmente a fotografarlo anche vivo. Inutile dire che rischia l’estinzione. Il WWF collabora con governi, ONG, comunità e altri partner nei cinque Paesi del Grande Mekong per elaborare strategie di conservazione volte a proteggere queste specie e il loro habitat. Per fermare il declino della fauna selvatica, il WWF sta rafforzando le reti di aree protette e conservate.

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