Bellinzonese

Castione, nuova scuola fuorilegge? 'C'è la deroga nel Pr'

Il sindaco Decarli replica alle contestazioni fatte dall'Amica e dai ricorrenti contro la variante. E ritiene limitato l'impatto dell'edificio sul vicinato

26 ottobre 2018
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Sono tre i ricorsi inoltrati al Consiglio di Stato, tramite il Municipio di Arbedo-Castione, contro il monolite della discordia, e meglio contro la variante di Piano regolatore elaborata per far poggiare su solide basi la realizzazione del Centro scolastico di Castione prevista secondo il progetto poeticamente intitolato ‘Se ci fosse la luna si potrebbe cantare’ elaborato dalla comunità di lavoro ‘Edy Quaglia PeR architetti’. L’impatto sul territorio dell’edificio lungo quasi 200 metri e alto 12,5 sembra tuttavia avere poco di poetico, vista la reazione del vicinato coalizzatosi – ha riferito il ‘CdT’ – nel maxiricorso elaborato dall’Associazione per il miglioramento ambientale di Castione (Amica). A questo ricorso sottoscritto da 56 persone – di cui 31 di Castione, una di Arbedo e 24 del confinante quartiere di Lumino che si affaccia su Carrale di Bergamo – se ne sono nel frattempo aggiunte altri due. Ma non il Municipio di Lumino, che, dopo aver approfondito il tema, ha deciso di non impugnare la variante di Pr. «Tre ricorsi pressoché identici», spiega alla ‘Regione’ il sindaco Luigi Decarli. Su due punti accetta di esprimersi: l’impatto sul vicinato e il fatto che il progetto prescelto dalla giuria da lui presieduta non rispettasse il Piano regolatore entrato in vigore nel 2013, tant’è che si è ora dovuto procedere con una variante di Pr.

85 metri trasparenti

Anzitutto l’impatto. Che induce il vicinato, nella petizione consegnata nei mesi scorsi e nei successivi ricorsi, a usare termini quali imbruttimento, isolamento, oscuramento. Come non dar torto a chi vedrà sorgere a pochi metri da casa un edificio di questa mole. Tuttavia – ricordiamo – sia la giuria, sia il Consiglio di Stato in risposta a un’interrogazione parlamentare, indicano “la necessità, nell’ottica di un opportuno affinamento del progetto, di sviluppare il tema del volume unitario, che con un’articolazione più attenta dei contenuti potrebbe garantire una proposta volumetrica e urbanistica più equilibrata rispetto al contesto circostante”. Il sindaco a questo riguardo ricorda che per una lunghezza di 85 metri sui 172 complessivi previsti, escludendo dunque il tratto rappresentato dalle attuali scuole medie che verranno inglobate nel nuovo edificio, questo vedrà l’intero pianterreno sgombro per un’altezza di 3 metri e 80. Un grande spazio aperto e coperto che oltre a mitigare sensibilmente l’effetto ‘muro’, assicura lo svolgimento di numerose attività ricreative, anche pubbliche, al riparo dal troppo sole e dalle intemperie. A ciò si aggiunga che non verranno realizzate, nel prato della scuola, le previste cunette. Così facendo viene ulteriormente migliorata la vista verso il parco scolastico, vista che sparirebbe qualora si decidesse di ridurre da 3 a 2 i piani dell’edifico eliminando quello al pianterreno vuoto».
E come la mettiamo col fatto – denunciato da Amica – che il progetto vincitore non rispetterebbe le norme di Pr, tanto da dover avviare una variante riparatoria? «Quando i progetti candidati sono stati valutati dalla giuria – ricorda il sindaco – un aspetto è stato subito chiarito dall’allora capotecnico comunale. E cioè che per le zone riservate ad attrezzature e a edifici pubblici, come quella in oggetto, è possibile derogare alle norme di Pr». “Deroghe alle disposizioni edilizie sono ammesse – recita infatti l’articolo 42 delle Norme di applicazione del Pr – quando siano dati i presupposti di un bisogno fondato in relazione alla particolare natura e necessità degli edifici e degli impianti”. Ma allora, perché la variante? «Per fare le cose in ordine».

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