Bellinzonese

Luci rosse solo al Galletto, via da altre 3 zone di Castione

In pubblicazione la variante di Pr avallata due anni fa dal Cc e dal governo che aveva respinto i ricorsi di un privato e dell'Amica

Foto tratta dal messaggio municipale del 15 maggio 2017
29 agosto 2019
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Si riaccende a Castione l’attenzione sulle luci rosse. Dal 3 settembre e per la durata di 30 giorni il Municipio di Arbedo-Castione pone infatti in pubblicazione la variante di Piano regolatore relativa alla ‘Zona per attività produttive J2’, nome dietro il quale si cela attualmente la possibilità di accogliere attività di servizio nelle quali rientra anche l’esercizio della prostituzione. Zona J2 che contempla quattro distinti comparti situati in prossimità di aree abitate. Da qui la variante di Pr volta a escludere le luci rosse in tre comparti su quattro (Campagna Semunz, Prati di San Cristoforo e Prati dei Mulini) consentendola invece solo in quello denominato Galletto (lungo la strada cantonale per Claro) dov’è attivo da diversi anni l’ex Motel Castione che dista in linea d’aria quasi 500 metri dalle ultime abitazioni confinanti col centro artigianale Cast. La variante di Pr riprende integralmente la decisione adottata dal Consiglio comunale avallando nell’ottobre 2017 il messaggio municipale. Decisione contro la quale avevano interposto ricorso al governo cantonale un privato e l’Associazione per il miglioramento ambientale di Castione (Amico), i quali desiderosi di impedire anche nel comparto Galletto l’attività di meretricio si erano visti dare torto dal Consiglio di Stato. Decisione quindi cresciuta in giudicato, quella del Cc, e ora trasformata in variante di Pr posta in consultazione. Da notare che nell’aprile di sei anni fa la popolazione aveva bocciato alle urne la creazione di un’area di 15'000 metri per locali notturni proprio in zona Galletto. Questo non ha impedito all’Esecutivo, quattro anni dopo, di lasciare le luci rosse in quel comparto quando ha avviato l’iter di modifica della Zona J2. Una decisione politica che nell’ottobre 2017 ha retto davanti al Cc e successivamente anche davanti al CdS e che ora affronta la procedura di adozione della variante (pure impugnabile con ricorsi al governo).

Quando a prevalere sono i contenti abitativi

Scopo della variante, si legge nella documentazione consultabile: “Il Municipio intende escludere la possibilità di esercitare la prostituzione in alcuni comparti attribuiti alla Zona edificabile J2 ponendo così un parziale rimedio alla situazione indesiderata creatasi a causa del rifiuto popolare della variante denominata ‘locali notturni’. Il meccanismo pianificatorio tramite il quale viene esercitata tale esclusione è già contemplato nelle Norme di attuazione del Piano regolatore e fa capo al concetto di molestia esplicitato nell’articolo 15 che contempla sia le immissioni immateriali sia quelle materiali. Nei comparti summenzionati viene quindi esplicitato il divieto di attività che generano immissioni immateriali moleste. In particolare non è ammessa la costruzione, trasformazione o cambiamento di destinazione di edifici per l’esercizio della prostituzione, così come già previsto per altre zone edificabili”. Tale scelta è dovuta al fatto che le tre aree in questione “sono vicine alle zone edificabili residenziali”. E che la giurisprudenza “riconosce l’esistenza di un conflitto fra utilizzi contrapposti quando i contenuti abitativi di una zona prevalgono su quelli di altro genere, sottolineando il carattere altamente molesto delle attività commerciali erotiche insediate in zone prevalentemente residenziali”. Viene infine fatto notare che le immissioni immateriali “non si limitano al fondo sul quale l’attività viene svolta, ma interessa anche i dintorni, in particolare i fondi vicini, dov’è prevista una componente abitativa maggioritaria”. Non sembra essere il caso per il comparto Galletto.

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