Cevio

Granito, a Riveo due disdette contestate

Verosimilmente la questione finirà in pretura
17 novembre 2017
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I patrizi di Cevio e Linescio hanno deciso, nel corso di un’assemblea straordinaria tenutasi l’altroieri, di “stare in lite” con due ditte di estrazione e lavorazione del granito a Riveo. Un voto giunto dopo una lunga e accesa discussione; prossimamente lo stesso tema dovrà essere affrontato dal Patriziato di Someo, che pure è proprietario di parte dei sedimi occupati dalle due aziende. Ma perché i due Patriziati hanno deciso di disdire il contratto a chi nella località valmaggese perpetua la tradizione del granito da oltre 50 anni? Tutto nasce dalla nuova pianificazione del comparto Riveo-Visletto, approvata da Maggia e Cevio, poi avallata dal Cantone. Una pianificazione che prevede quattro zone principali, dedicate a diverse attività: lavorazione della pietra; gestione degli scarti e altre materie prime; estrazione della pietra e aree specifiche destinate singolarmente ai due Comuni per uno sviluppo artigianale generale. D’altro canto vi sarà un potenziamento di appezzamenti a sud di Riveo, quale contributo alle aziende agricole. Non mancheranno neppure aree naturali. La prima fase dell'opera di riqualifica è costituita dal progetto di arginatura, per un costo di 5 milioni di franchi, 4 dei quali coperti da sussidi federali e cantonali, con l’obiettivo di mettere in sicurezza la zona. La domanda di licenza edilizia è attesa per la prossima primavera e i lavori si protrarranno per un biennio. Nell’ambito di questo riordino e per i lavori di arginatura c’è chi si troverà a dover gestire un trasloco non voluto, né gradito. Un paio di aziende si sono opposte alle disdette del contratto di locazione dei terreni, inoltrate dai due Patriziati che assieme formano quella che viene ufficialmente chiamata “Comunella”.

La disdetta è stata inoltrata secondo i termini di legge e dovrebbe diventare effettiva il 31 dicembre prossimo. Ma gli oppositori stanno formando un fronte per difendere i propri interessi. I posti di lavoro, sommati, sono una quindicina e la loro salvaguardia è un aspetto importante. Secondariamente, lo spostamento dei capannoni e dei macchinari non è tecnicamente fattibile in pochi mesi, ma dev’essere pianificato sull’arco di un periodo di tre-quattro anni, soprattutto approfittando dei tempi morti della lavorazione del granito. Ma c’è di più: resta ancora aperta la ricerca di spazi alternativi, per i quali le questioni pianificatorie (piano di quartiere) siano già definite. Insomma, la battaglia è aperta. Il primo “round”, nel tentativo di trovare accordi bonali, si è disputato all’Ufficio di conciliazione in materia di locazione, ma l’esito, a quanto ci risulta, non è stato positivo. Verosimilmente la questione approderà alla Pretura di Vallemaggia.

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