Locarnese

'Non sfruttiamo il territorio, lo valorizziamo'

Società agricola valmaggese: dopo l'assemblea di ieri cambia il vertice, non la voglia di spiegare chi sono gli agricoltori

A sinistra, Giorgio Dazio. A destra, Marzio Coppini (foto: Ti-Press)
9 aprile 2018
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In totale 6 trattande. Tra di esse, una più ‘fondamentale’ delle altre. Almeno storicamente. L’ordine del giorno dell’assemblea ordinaria della Società agricola valmaggese, svoltasi ieri alla presenza di circa 35 soci, prevedeva anche la nomina di un nuovo presidente. Lascia Giorgio Dazio, gli subentra Marzio Coppini. Ufficializzati anche due nuovi membri – Giacomo Poli e Michele Dazio – che sostituiscono l’ex presidente e Nello Garzoli, anch’egli all’addio. Rispettando la cronologia dell’assemblea: la relazione del presidente uscente ha sfiorato l’insieme dei problemi dell’agricoltura locale, andandosi a soffermare su alcuni punti specifici. A partire dalle dinamiche del Parco del Locarnese, che interessano la Valle Maggia per la sola Bosco Gurin. «Punti di vista non univoci, qualche pro e qualche contro» riferisce alla ‘Regione’ Giorgio Dazio, ribadendo quanto espresso in mattinata: «L’importante è che ci sia un dialogo aperto e civile e non una rottura. Noto una campagna aggressiva da parte dei favorevoli. Noi, in un certo senso, abbiamo già un parco protetto, che è il fondovalle golenale della Valle Maggia, oggetto dell’attenzione dei naturalisti». Una zona che per Dazio, dal lato agricolo, è inaccessibile. «Venticinque anni fa – ricorda – presentammo a Berna uno studio per cercare di recuperare parte dei terreni agricoli persi per le costruzioni. L’Ufficio federale disse di no. Anche allora l’opposizione degli ambientalisti fu forte. Non si trattava di cementificare, noi contadini non andiamo oltre la coltivazione dei prati, anzi, produciamo beni alimentari che servono a tutti, contribuendo a mantenere il territorio pulito». A parte i versanti delle due valli, «un po’ di territorio sul piano, comodo da lavorare – aggiunge Dazio – non dispiacerebbe alle aziende locali».

Terza annata con poche precipitazioni, con riduzione di foraggio del 25/30%, e mancanza di neve per il terzo anno consecutivo. Non certo un bene: «La neve si scioglie troppo presto – spiega l’ex presidente –, si arriva in alto che l’erba è vecchia e ne risente la produzione di latte». Tra i temi della mattinata, i grandi predatori e la protezione degli animali, che si fa sempre più rigida. «Anche se abbiamo animali da reddito – rimarca Dazio – è comunque nostro interesse dare il massimo ai nostri animali, quanto a qualità del foraggio». Per finire, la burocrazia. «Sarebbe bello che con la futura politica agricola si allentasse un po’. Ci porta via il 20/30% del lavoro. Noi contadini siamo per un lavoro esterno, pratico, non siamo imprese con la segretaria a tempo pieno. Dopo una giornata di 16 ore, accendere il computer e riempire formulari non ci aiuta affatto». Le parole del neoeletto Marzio Coppini, da noi interpellato nel dopo-assemblea, vanno in direzione dei nuovi membri. «Sono giovani, poco più che ventenni, porteranno probabilmente nuove idee». Non si può dire che il cambio al vertice l’abbia colto totalmente di sorpresa: «Sono all’interno del comitato da 15 anni, sono vicepresidente da molto tempo. Mi sono sentito dire da molti ‘fallo tu’. Così ho accettato». Coppini porta con sé un intento preciso: «Voglio portare avanti questo ruolo con l’intenzione di salvaguardare l’interesse dell’agricoltura, di far conoscere gli agricoltori alla gente. Noi non sfruttiamo soltanto il territorio, ma lo valorizziamo anche».

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