Locarnese

Nel futuro delle Fart l’elettrico batte l’ibrido

Decisamente tracciata la via tecnologica dell’azienda di trasporto. Che risponde alle ‘pressioni’ di chi le chiede di abbandonare il diesel

I bus Fart, oggi
(Ti-Press)
23 maggio 2019
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Piuttosto che all’ibrido, le Fart guardano all’elettrico. È questa la novità principale che emerge dalla “tenzone” apertasi nei mesi scorsi prima con il Comune di Muralto, poi con il Convivio dei sindaci. Il tema: le intenzioni dell’azienda di trasporto di allontanarsi dalla trazione diesel per spostarsi su tecnologie diverse, meno inquinanti.

Muralto, in particolare, nel luglio scorso aveva scritto alle Fart dopo aver appreso dell’acquisto dei nuovi bus e si chiedeva se i mezzi fossero dotati “di motore elettrico e altamente ecologico, secondo gli standard che vengono oggi sempre più richiesti dall’utenza locale e dai turisti, in una logica tendente alla difesa dell’ambiente”. Le Fart avevano risposto che il rinnovo della flotta comprendeva 13 veicoli a tradizione diesel a categoria di emissione Euro 6, con una conseguente massiccia diminuzione delle emissioni di ossido di azoto e di particolato fine. E spiegavano anche che il Dt stava monitorando la trazione elettrica e valutava se ordinare alle imprese di trasporto ticinesi il passaggio da quella diesel ad essa. La risposta aveva indispettito il Municipio del sindaco Gilardi, che diceva di ritenersi “profondamente deluso che il vostro servizio di trasporto non si sia attivato maggiormente per una soluzione ecologica e avanguardistica, optando invece per una soluzione che demandi al Cantone il primo passo”. Agli scritti di Muralto aveva fatto seguito, a novembre, una richiesta di informazioni da parte del Convivio dei sindaci del Locarnese, che pure sondava le intenzioni delle Fart circa l’introduzione di veicoli ibridi e/o elettrici.

In 5-7 anni cambierà tutto

Al Cisl – con copia a Muralto e alla Sezione della mobilità – le Fart avevano risposto a marzo con una lettera che faceva il punto della situazione. I termini sono quelli ribaditi oggi alla ‘Regione’ dal direttore Claudio Blotti: «La sensibilità ambientale è ben presente anche nella nostra azienda, questo è ovvio, ma si tratta di avere gli strumenti per capire quando, come e in che misura cambiare per adottare tecnologie diverse». Ciò che le Fart, con la Sezione della mobilità del Dt, hanno fatto, è stato conferire mandato alla Supsi (Istituto sostenibilità applicata all’ambiente costruito) per uno studio sull’abbandono progressivo totale o parziale del diesel, per passare ad altro. «Lo studio si compone di due parti – dice Blotti –: nella prima viene fatto un inventario delle tecnologie esistenti, indicando punti forti e punti deboli di ognuna (costi, manutenzione, flessibilità in caso di cantieri, impatto fonico, emissioni inquinanti eccetera). La seconda parte dello studio risponde invece alla richiesta di proposte concrete per quanto riguarda il servizio urbano di Locarno, ovverosia la linea 7 (Losone-Stazione Ffs) e la linea 1 (Ascona-Tenero). E lì, onestamente, i tempi per l’elettrico non sono ancora maturi per diversi motivi». Blotti parla di elettrico piuttosto che di ibrido perché il contesto generale indica che la trazione del futuro è, appunto, l’elettrico. «Risulta che attualmente in Svizzera circola una cinquantina di autobus ibridi, di cui 11 in Ticino. Sono numeri decisamente esigui, se consideriamo che la sola flotta Fart conta proprio una cinquantina di veicoli. All’orizzonte, dicono gli esperti, si staglia chiaramente la tecnologia dell’elettrico. Nel giro di 5-7 anni le attuali controindicazioni tecniche e finanziarie saranno notevolmente diminuite e allora si potrà seriamente pensare a un adeguamento progressivo della flotta in quella direzione, tenendo ovviamente conto di chi sarà chiamato a finanziarlo, questo cambiamento». Indicazioni più precise si avranno a partire da metà giugno, con la presentazione di una bozza dello studio Supsi che circostanzierà tutto quanto anticipato da Blotti.

Intanto, come accennato, in Ticino l’alternativa al diesel è per ora l’ibrido: AutoPostale ha attualmente in servizio 8 mezzi nel Bellinzonese e 3 nel Mendrisiotto. Ma prende piede (con calma) anche l’elettrico: 5 sono i bus di AutoPostale in circolazione in Svizzera e sono a Poschiavo, Sarnen, Interlaken e Saas-Fee.

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