Locarnese

Capretti per Pasqua, il piatto (degli allevatori) piange

Ristoranti chiusi, prezzi bassi. Un commerciante di bestiame valmaggese chiede al Cantone di rinunciare alle tasse legate ai controlli sulla qualità delle carni

8 aprile 2020
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Si avvicina la Pasqua e, per gli allevatori di bestiame ticinesi, è il periodo anche della macellazione dei capretti, pronti a finire, con tutti i contorni del caso, sulle tavole imbandite dei ristoranti e delle case. Quest';anno, però, complice il Coronavirus, il contesto culinario (ma soprattutto economico) cambia. I ristoranti, infatti, sono chiusi e i caprini trovano meno mercato del solito. O, meglio, sono in buona parte ritirati da Proviande (associazione di settore presente su scala nazionale attiva nella vendita e distribuzione di carne)  e dai suoi partner in Ticino, che in questo delicato momento fungono un po' da salvagente per gli allevatori ticinesi. A un prezzo, però, che risulta inferiore a quello degli esercenti.

‘Oneri che il Cantone potrebbe assumersi’

Troppo basso a detta di Patrick Balmelli, commerciante di bestiame di Broglio, in alta Vallemaggia, che lamenta una situazione fattasi maledettamente difficile per la sua categoria. Al punto da portarlo a scrivere al veterinario cantonale (con copia all'Unione contadini ticinesi, alla Sezione agricoltura e a due consiglieri di Stato) una richiesta particolare: l'esonero dal pagamento dell'onere di macellazione sul decreto concernente le tariffe applicate dall'Ufficio del veterinario cantonale. Nello specifico, dalle tasse legate alla verifica della qualità delle carni; alla retribuzione dei veterinari ufficiali nei macelli; al controllo degli animali prima della macellazione; al controllo delle carni e all'eliminazione della carcassa.Tutti costi che, a detta dell'interessato, potrebbero, di questi tempi, essere assunti dal Cantone. «Come allevatori - ci spiega Balmelli - stiamo vivendo un periodo molto delicato. Non possiamo chiedere al Cantone ulteriori indennizzi, ma credo sarebbe un bel gesto se questa mia (e di altri colleghi, ndr.) richiesta fosse ascoltata». Alla sua personale proposta, Balmelli a tutt'oggi non ha ancora ricevuto risposta. Da noi interpellata, l'Unione contadini ticinesi, per bocca del suo direttore, Sem Genini, fa il punto alla situazione: «Purtroppo è evidente che, non essendoci possibilità di vendita dei capretti al settore della ristorazione e delle mense, i guadagni per alcuni produttori sono scesi. Va però osservato che, grazie da una parte all'inventiva dei produttori che hanno cercato modalità di vendita diverse dal solito (come ad esempio online), nonché, dall’altra, alla solidarietà e volontà di acquistare locale dimostrata da molti privati, una gran parte dei 1000-1200 capretti solitamente comprati per Pasqua dagli esercizi pubblici ha potuto essere venduta. Proviande, tramite la Commissione mercati bestiame Ticino e grazie alla Società Mastri Macellai e Salumieri e alla Terrani SA ha acquistato in pratica il resto. Lo ha fatto applicando un prezzo che segue delle tabelle prestabilite a inizio anno e che è, per ovvie ragioni, risulta un po’ più basso di quello applicato per la vendita diretta (anche se ci sono dei piccoli incentivi per la macellazione tramite la Commissione), fissato di anno in anno. A livello federale, contrariamente ai bovini e agli ovini, Proviande non ha l’obbligo di ritirare la carne caprina. Tuttavia questo sforzo extra da parte di molti attori del settore consente comunque agli allevatori di parare il colpo».

‘Una questione prettamente politica’

Quanto alla specifica richiesta rivolta all'Ufficio del veterinario cantonale? «Ne abbiamo discusso all'interno del nostro comitato direttivo e abbiamo anche chiesto lumi al Veterinario cantonale, indicandogli che di principio siamo d’accordo di andare nella direzione proposta da Balmelli» - conclude Sem Genini. Per quanto riguarda, invece, il parere dell'Ufficio del veterinario cantonale, il suo responsabile, Luca Bacciarini fa presente che si tratta di una questione prettamente politica, che non ha nulla a che fare con gli specifici controlli. Motivo per cui la richiesta è stata demandata ai due dipartimenti chiamati in causa, vale a dire Dipartimento finanze ed economia e Dipartimento della sanità e socialità.

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