Stabio

In casa anziani si fa spazio al dialogo

Dopo l'incontro fra vertici, sindacati e personale della Santa Filomena. Ma al caso si interessano anche i servizi cantonali

La struttura di Stabio (Ti-Press)
15 giugno 2019
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Lo scontro a muso duro è stato evitato. Ci si è messa la Commissione paritetica cantonale delle case per anziani, guidata dal segretario Raoul Ghisletta, a fare da mediatrice tra i vertici e il personale della Santa Filomena a Stabio. I primi sembrano aver accantonato l’eventualità di una denuncia; il secondo ha invocato un intervento ‘super partes’, ed è stato esaudito. Data la precedenza al dialogo, restano le “criticità” da sanare; riconosciute, peraltro, anche tra le pieghe della nota, corale ma stringata, consegnata, mercoledì, al termine di un incontro allargato. Allo stesso modo si ammette l’esistenza di “problematiche”. Tanto da pianificare delle “modalità” per venirne a capo. Obiettivo finale: “Riuscire – si ribadisce – in maniera congiunta a dare le giuste risposte e far così ritrovare serenità a tutti, per il benessere degli ospiti della casa per anziani”. Nel frattempo, a interessarsi a Stabio sono anche alcuni dei servizi cantonali.

Dalla struttura non si lascia trapelare nulla di più. Ci si limita a confermare che il Consiglio dell’istituto Santa Filomena, la direzione, i sindacati Ocst e Vpod – che stanno seguendo la vicenda fin dall’inizio – e la portavoce della Commissione interna si sono seduti – proprio su invito della Paritetica – allo stesso tavolo per parlare della situazione. Del resto, questo è solo l’ultimo di una serie di incontri che si sono succeduti da inizio maggio, ovvero da quando vi è un ‘caso’ Santa Filomena. Diverse le assemblee delle maestranze – una settantina i dipendenti – e le riunioni con le parti sociali, sfociate in una risoluzione sottoscritta da oltre 40 impiegati della casa. Le richieste? Essere ascoltati dal Consiglio di fondazione e poter contare su di un ‘garante’ (cfr. ‘laRegione’ del 10 maggio). Oggi nel comunicato stampa il clima viene definito “costruttivo”. E al contempo è assicurato “l’impegno da parte di tutti i presenti e trovare soluzioni congeniali nei modi e nei tempi corretti”. Non vi è dubbio, però, che l’atto parlamentare firmato dai deputati del Ppd Lorenzo Jelmini e Giorgio Fonio abbia scoperchiato una sorta di vaso di Pandora, mettendo sotto ‘accusa’ il “clima pesante di lavoro” e possibili “lacune gestionali”. Tutte affermazioni ritenute scandalistiche e sopra le righe da parte dei responsabili della casa, che dal canto loro (e da subito) hanno respinto qualsiasi illazione di malfunzionamento.

In azione l’Ispettorato del lavoro

Raccolti, come detto, allo stesso tavolo i vari attori, adesso si dà la priorità, quindi, alla ricerca di risposte a domande, comunque, rimaste in sospeso. Sono svariate, secondo nostre fonti, le segnalazioni giunte ai servizi dal personale e dai sindacati, ma pure dai familiari degli ospiti. A conferma dell’esistenza di un disagio, oltre all’Ufficio del medico cantonale – autore di un rapporto preliminare, sullo sfondo il rinnovo dell’autorizzazione alla struttura – di recente, sempre secondo nostre informazioni, sono intervenuti anche l’Ispettorato del lavoro, da un lato, e il Laboratorio di psicopatologia del lavoro dell’Osc dall’altro. L’Ispettorato, in effetti, si è palesato a Stabio in almeno due occasioni, aprendo un canale di comunicazione diretto con i dipendenti, esortati a scrivere e a farsi avanti in una circolare inviata nei giorni scorsi. Resta, invece, ammantata di riserbo la presenza del Laboratorio, punto di riferimento pure per le aziende confrontate con situazioni delicate o conflitti sul posto di lavoro.

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