Mendrisiotto

Dogana Sud, una ‘app’ e un clic e il camion va

Dopo Stabio, partito l’esperimento di digitalizzazione a Chiasso Brogeda. Aprirà la strada a una rivoluzione a livello nazionale

Obiettivo primario: snellire i passaggi al valico
(Ti-Press/P. Gianinazzi)
21 ottobre 2022
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Alla Dogana Sud le vecchie bollette doganali sono (quasi) un ricordo. All’autista basta una ‘app’ e un clic e sullo schermo dall’addetto dell’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (Usc), issato sulla sua torretta, ecco comparire la scheda che fotografa i dati del Tir. È tutto lì, in questa sorta di ‘passaporto’ del mezzo pesante: un paio di minuti e arriva il via libera. Il camionista può riprendere il suo viaggio. Ma non è il solo che in queste poco più di due settimane, a Brogeda Merci, imbocca la corsia preferenziale della digitalizzazione.

È ancora un test, varato giusto a inizio ottobre, ma i risultati si vedono già; corroborando l’esperienza che al secondo valico importante del Mendrisiotto, il Gaggiolo a Stabio, è in corso ormai da un anno. Di fatto circa il 40 per cento degli autotrasportatori oggi preferisce la via d’accesso rapida allo sportello e ai formulari cartacei. Un risultato incoraggiante per l’Udsc e per la Dogana Sud e il suo capo, Silvio Tognetti. Del resto, il direttore sa che la rivoluzione digitale alle frontiere nazionali parte da qui, dalla porta d’ingresso meridionale del Paese. Qui dove Chiasso e Stabio, infatti, sono le postazioni avanzate di un progetto pilota che procede per gradi ma guarda lontano e sarà concluso alla fine del 2026.

‘Pronti alle sfide’

«Vogliamo farci trovare pronti alle sfide che ci attendono; e la risposta è DaziT». Tognetti mostra di credere molto nella trasformazione digitale in atto. Forte anche dell’alleanza con la Dogana italiana, che ha spalleggiato l’operazione, strategica, nel segno della fiducia e della collaborazione reciproca. La chiave di lettura di un processo lanciato già nel 2018, sta tutto in un paio di acronimi. Poche lettere bastano per aiutare a compiere un balzo nel futuro, anche se, si ammette, si va avanti un passo alla volta. Nel frattempo, si è superato il giro di boa: davanti a sé la Dogana ha ulteriori tappe fra il 2023 e il 2025 immaginate su misura per il traffico delle merci, la gestione delle frontiere e il rilevamento della tassa sul traffico pesante.

‘Abbiamo una strategia globale’

Gli obiettivi, d’altro canto, sono chiari e mirati. Il salto nella tecnologia, si assicura, darà modo di facilitare e accelerare il passaggio al confine a tutto vantaggio dei costi, della popolazione (alle prese con un traffico pesante significativo) e dell’attrattività economica del Paese. Un mondo, quello delle aziende, con il quale anche in questo caso si è aperto un dialogo. «Oggi abbiamo una strategia globale – illustra Isabelle Emmenegger, sostituta del direttore dell’Udsc, nonché responsabile del programma DaziT –. Strategia che comprende tutti i livelli della nostra organizzazione, che possono essere raggruppati in due priorità. Ovvero la semplificazione e la digitalizzazione sistematica dei processi e l’ulteriore sviluppo organizzativo interno, con la riunificazione delle regioni e con la creazione di nuovi profili professionali. Ciò nel segno di un reale cambiamento culturale». Un mutamento che tocca gli utenti ma interessa altresì i collaboratori dell’Udsc, i quali, come ribadito dalla responsabile, hanno modo di essere più mobili ed efficienti nei controlli. Nuovi sistemi che non si vedono, ma sono indispensabili, ha ribadito ancora Emmeneger, per giocare un ruolo pionieristico nell’amministrazione federale.

Obiettivo condiviso con l’Europa

Basta seguire un camionista nella sua quotidianità di frontiera, del resto, per toccare con mano le ricadute di una simile rivoluzione. Grazie ad ‘app’ e soluzioni informatizzate – alcune delle quali già adesso operative – non serve più scendere dal mezzo e trascorrere decine e decine di minuti tra sportelli e documenti cartacei. «La prima cosa che ci siamo chiesti – esemplifica Marco Lenherr, responsabile Udsc del coordinamento della cooperazione internazionale – è stata: i nostri sistemi sono già digitali? Non del tutto. L’obiettivo che condividiamo con l’Unione europea, forti degli accordi con i Paesi limitrofi nel coordinamento degli iter doganali, è avere dunque un sistema interamente automatizzato per tutto il processo di passaggio del confine». Ora come ora la scheda cartacea rimane, insomma, il «vincolo più grosso». Si è partiti da lì, infatti, per intavolare una intesa con i vicini e con Bruxelles nel segno di una strategia condivisa e ben definita, pur mantenendo ciascuno i propri approcci digitali.

‘Più fluidità, vantaggio per tutti’

Il livello di collaborazione raggiunto tra Svizzera e Italia, d’altra parte, come fa notare Luca Pignatelli, direttore dell’Agenzia delle accise, dogane e monopoli di Como, è «altissimo» a fronte della gestione di un confine «molto complesso». A testimoniare la vivacità delle relazioni economiche tra i due Paesi vi è un dato: «Abbiamo stimato – esemplifica il direttore – che il passaggio annuale dei mezzi commerciali in entrambe le direzioni supera abbondantemente il numero di 500mila, con una leggera prevalenza del traffico sud-nord. E tutto ciò in un contesto molto urbanizzato: siamo quindi tutti consapevoli del fatto che assicurare la maggiore fluidità possibile del traffico è di sicuro una priorità e un vantaggio per tutti, visti gli innegabili riflessi economici e il miglioramento della sostenibilità degli oneri da parte degli operatori e la possibilità di aumentare i transiti e assicurare un livello di controllo più efficace e mirato». A beneficiare di una sperimentazione virtuosa, e lo si è già percepito, annota ancora il dirigente, è pure la stessa popolazione, confrontata con un minor carico viario.

‘Gli autotrasportatori hanno aderito subito’

E qui, una volta di più, basta dare un’occhiata al piazzale per rendersene conto. «I veicoli in transito a Chiasso rappresentano la gran parte – spiega il capo Dogana Chiasso Luca Bernasconi –, parliamo di 1’200-1’300 mezzi al giorno. Dato che si somma all’obiettivo di una riduzione dei tempi di sosta grazie alla velocizzazione delle pratiche doganali». Certo si tratta solo di un punto di partenza, peraltro promettente. «Possiamo dire – conferma Bernasconi – che, tolto il documento cartaceo – la scheda di circolazione, ndr –, sono sortiti degli effetti importanti. A Brogeda fin dal primo giorno l’adesione è stata immediata da parte degli autotrasportatori, a usufruire subito della novità sono stati 300 veicoli, in due settimane e mezzo stiamo sfiorando circa i 6mila al giorno».

La direttrice nord-sud seguirà

Meno camion sul piazzale, rimandano a meno traffico pesante sulle strade e in colonna sull’autostrada. Non a caso chi, nel Mendrisiotto, si sta mettendo di traverso al progetto calato dall’Ustra, l’Ufficio federale delle strade, conta molto anche sui processi di digitalizzazione della Dogana. Come dire che più ‘app’ e più clic potrebbero evitare di creare una corsia per i Tir in uscita, fra Coldrerio e Balerna. Berna non la pensa così. Ma quando sarà applicato il programma DaziT anche in direzione nord-sud? «Per prima cosa – ci risponde Marco Lenherr – dobbiamo raccogliere le esperienze sul campo. A Stabio si procede già anche lungo la direttrice nord-sud, che funziona bene. Il processo in uscita dalla Svizzera, però, è un po’ più complesso. Abbiamo già un piano su come snellire le pratiche doganali e automatizzare il passaggio: è sulla nostra tabella di marcia, ma va studiato passo per passo. Infatti, oltre che con l’Italia prevediamo di procedere così pure con l’Austria, la Francia e la Germania».

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