Eletto nel 2015, il 35enne granconsigliere è oggi membro della Gestione e presidente della Tributaria: 'Gli impegni professionali sono via via aumentati'
In casa Lega c’è chi ha già deciso in vista delle elezioni cantonali del 2019. Gianmaria Frapolli, 35 anni, economista di formazione, membro del CdA e sostituto direttore generale di una società di spedizioni internazionali, non si ricandiderà al Gran Consiglio, dove è entrato nel 2015. Fa parte delle commissioni Gestione e Tributaria, della quale è presidente uscente. Dunque, una sola legislatura. «Ma sarò a disposizione del movimento se vorrà consultarmi su temi puntuali, come quelli finanziari e fiscali», dichiara alla ‘Regione’.
«Ho già comunicato al gruppo che non sarò in corsa per le prossime cantonali – continua Frapolli –. Non è stata una decisione facile. I miei impegni professionali sono però via via aumentati e mi portano spesso all’estero». Quindi «non potendo in questa fase della mia vita conciliare l’attività di deputato con quella lavorativa, ho dovuto fare una scelta: terminerò il mio mandato e non mi ricandiderò», afferma Frapolli, che siede fra l’altro nei CdA del Casinò di Lugano e delle Autolinee regionali Luganesi. «Sono due mandati a cui tengo, oltretutto con le Arl siamo alle prese con una importante riorganizzazione», ricorda il granconsigliere leghista. Insomma, ci sono poltrone e poltrone... «Guardi, non sono mai stato un affamato di sedie – dice Frapolli –. Ho impostato e imposto la mia vita non in funzione dei soldi, ma in funzione della possibilità di esprimere le mie competenze, anche al di fuori del contesto lavorativo, ed è ciò che ora faccio in seno ai CdA del Casinò e delle Arl. Oggi i tempi decisionali del Gran Consiglio non collimano con quelli della mia professione: è allora giusto lasciare ad altri l’opportunità di entrare in parlamento. La mia non ricandidatura non è comunque un addio definitivo alla politica attiva».
Per il capogruppo in Gran Consiglio Daniele Caverzasio, la decisione di Frapolli di non ripresentarsi nel 2019 «è comprensibile: chiaramente dispiace quando si tratta di una persona di valore». Tuttavia «questi sono un po’ i limiti di una politica e di un parlamento di milizia, che non sempre si conciliano con impegni professionali e familiari».